Questa misura è stata inserita nel “Codice di condotta per i conduttori online” del 2022, ed è presentata come un passo per contrastare la disinformazione e garantire maggiore responsabilità nella diffusione dei contenuti. Non si tratta di un obbligo generalizzato per tutti i creator, ma di un filtro mirato ai settori più delicati, dove informazioni errate possono avere conseguenze gravi sulla salute o sulla sicurezza economica dei cittadini.
Parallelamente, le regole richiedono che gli influencer segnalino chiaramente se nei loro contenuti sono presenti materiali generati dall’Intelligenza Artificiale. Tale obbligo deriva dalle “Misure per la gestione dei servizi di Intelligenza Artificiale generativa”, entrate in vigore nel 2023, e impone l’etichettatura dei contenuti prodotti o modificati da sistemi di AI, come i deepfake, per garantirne la tracciabilità e l’autenticità.
Anche le piattaforme che ospitano gli influencer, come Douyin o WeChat, sono incaricate di verificare le qualifiche dei creator, di archiviare i documenti e di intervenire in caso di violazioni, fino alla sospensione dell’account. L’obiettivo dichiarato è quello di favorire uno sviluppo “ordinato e sano” del settore e tutelare il pubblico da informazioni false o fuorvianti.
Tuttavia, poiché l’impianto normativo prevede ampi divieti sui contenuti, dal gioco d’azzardo all’uso di deepfake, fino all’ostentazione di ricchezza, esso risulta essere estremamente rigido. L’effetto collaterale è infatti un forte rischio di autocensura: sapendo che le piattaforme agiscono da “guardiani” sotto la supervisione delle autorità, molti creator evitano temi controversi per non perdere visibilità o reddito. In questo modo, una regolamentazione nata per garantire la qualità e la trasparenza si trasforma in uno strumento che limita la libertà di espressione e riduce la pluralità del dibattito online.
S.B.
Diritto dell’informazione
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