La Giornata mondiale della libertà di stampa, celebrata nei giorni scorsi, è certamente un’occasione per riflettere sulle limitazioni che gli altri poteri cercano di introdurre nella libera informazione, anche nel nostro Paese. Tuttavia la ricorrenza rimarrebbe sterile se non ispirasse anche qualche informazione sull’agenda dei temi e le modalità che i media utilizzano per affrontarli.
Contro la drammatizzazione della realtà, che spesso domina nelle scelte editoriali, occorre coltivare un nuovo approccio più positivo e costruttivo ai fatti e alle situazioni da raccontare. Il giornalismo non può chiudersi pigramente in una comfort zone per proteggersi dalle indubbie aggressioni che gli arrivano dalla politica, dal potere finanziario e da quello giudiziario. Oltre che preservare la sua autonomia e indipendenza, deve dimostrare senso di responsabilità verso il pubblico e verso i protagonisti delle notizie, rispettandone i diritti.
In che modo? Applicando alcuni principi base della deontologia giornalistica: verificare accuratamente le fonti; rettificare le notizie inesatte e ammettere gli errori; riservare un congruo spazio alle good news, ai buoni esempi, alle realtà positive e costruttive; garantire a tutti il diritto ad essere informati, utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile, anche su temi che sembrano riservati agli addetti ai lavori.
Solo così il giornalismo tutelerà efficacemente la sua identità, alimenterà il circuito di fiducia con i lettori e contribuirà a preservare i valori fondamentali della persona, in primo luogo la sua dignità.
Link dell’articolo: https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/05/05/news/per_uninformazione_responsabile-12027791/?ref=HHLF-BH-I11995987-P2-S4-T1