L’impiego dell’intelligenza artificiale (AI) nell’ambito sanitario si configura come un’opzione che, seppur promettente, comporta una serie di rischi e sfide. Le tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale, di supporto alle decisioni cliniche, di riconoscimento di immagini, di robotica e di analisi di big data presentano una vasta gamma di potenziali benefici, tra cui la rivoluzione delle pratiche cliniche, l’incremento delle capacità diagnostiche e lo sviluppo di nuove terapie, nonché la possibilità di portare le cure mediche direttamente a casa dei pazienti che ne hanno maggiormente bisogno.
Tuttavia, l’utilizzo delle AI rende necessario affrontare alcune questioni di rilievo. Innanzitutto, vi è il rischio che le AI riproducano i bias e gli stereotipi della nostra specie, aumentando le disuguaglianze sociali ed economiche e il rischio di errori medici. In secondo luogo, l’analisi dei grandi set di dati personali da parte delle AI può trasformarsi in una forma di manipolazione nei confronti dei consumatori e contribuire alla polarizzazione delle opinioni. Inoltre, l’impiego di armi autonome e la perdita di posti di lavoro rappresentano ulteriori rischi.
Gli autori di un recente studio pubblicato sul BMJ Global Health sollevano la necessità di affrontare queste questioni in modo adeguato, attraverso la definizione di norme e linee guida che minimizzino l’impatto negativo delle AI e massimizzino i benefici per le società coinvolte. Si tratta di un tema di estrema complessità, che richiede un’attenta valutazione degli aspetti etici, legali e sociali dell’utilizzo delle AI nell’ambito sanitario.
L’uso improprio dell’intelligenza artificiale può causare problemi potenzialmente devastanti. In primo luogo, la capacità delle AI di analizzare rapidamente grandi quantità di dati personali può trasformarsi in una forma di manipolazione dei consumatori e contribuire alla polarizzazione delle opinioni, alle interferenze politiche e alla produzione di deepfake. In secondo luogo, l’utilizzo militare delle AI e lo sviluppo di armi autonome rappresentano una “disumanizzazione” dei conflitti e una potenziale rivoluzione bellica. In terzo luogo, la diffusione delle AI nel mondo del lavoro può causare la perdita di centinaia di milioni di posti di lavoro nei prossimi decenni.
La mancanza di regole e di una governance mondiale rischia di rendere troppo rapido lo sviluppo delle AI per poter prendere le dovute contromisure in tempo. Gli autori di un recente studio chiedono una maggiore attenzione e un’impostazione di norme e linee guida che minimizzino l’impatto negativo delle AI e massimizzino i benefici per le società.
(F.S.)