Il nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche ha affidato all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) il compito di promuovere gli investimenti nella banda ultra-larga, essenziale per la trasformazione digitale dell’Italia.
Questa attività richiede una stretta collaborazione con le istituzioni nazionali ed europee. Sebbene l’incertezza riguardante il riassetto di TIM e la cessione di Netco abbiano influito sulle azioni del regolatore, Agcom ha comunque proceduto a definire i prezzi all’ingrosso e ha avviato una nuova analisi coordinata per gli anni 2024-2029, con l’obiettivo di arrivare a una definizione tempestiva del quadro prospettico riguardante l’ex incumbent.
“La tecnologia corre estremamente veloce e la regolazione spesso le arranca faticosamente dietro. E tuttavia, soprattutto in Europa, la regolazione sta certamente cercando di accorciare le distanze”, ha affermato Giacomo Lasorella, Presidente Agcom. In questo contesto, “Il Digital Services Act, che entra in vigore a febbraio 2024, costituirà la nuova sfida regolamentare, che ci troveremo ad affrontare nella seconda parte della consiliatura”.
Il Presidente Lasorella ha sottolineato l’attuale dialogo con il governo per ottenere la designazione di Agcom come coordinatore dei servizi digitali a livello nazionale, in conformità con la normativa europea. Questo ruolo permetterebbe all’Autorità di far parte del board europeo dei coordinatori nazionali, che collaborerà con la Commissione europea per l’attuazione del DSA (Digital Services Act). Allo stesso modo, altre autorità nazionali saranno coinvolte in importanti compiti relativi ad altre leggi europee.
Per l’Autorità i nuovi compiti saranno una sfida importante perché implicano la necessità di individuare efficaci meccanismi di coordinamento a livello nazionale e di raccordo a livello europeo, ed è per questo che occorre prepararsi per tempo, anche attraverso una adeguata dotazione di risorse. La chiave per affrontare la sfida del digitale è certamente nella cooperazione e nell’interazione di tutti i soggetti istituzionali ed in particolare di tutte le autorità competenti nei vari settori, coordinando gli sforzi in un’ottica di sistema.
Per favorire lo sviluppo delle reti mobili di quinta generazione (5G) e dei relativi servizi, Agcom ha avviato una ridefinizione del radiospettro e delle sue differenti utilizzazioni, al fine di garantire un uso più efficace e innovativo delle frequenze. Queste iniziative hanno l’obiettivo di incentivare l’adozione delle tecnologie più avanzate nel settore delle comunicazioni e di promuovere una maggiore copertura e qualità dei servizi offerti.
Il Presidente Lasorella ha affermato che i motori di ricerca, i social network e le piattaforme di condivisione di video gestiti dai grandi player globali “costituiscono veri e propri gatekeeper di accesso all’informazione in rete, non solo per i cittadini, ma anche per gli editori online, che sempre di più dipendono da essi per raggiungere gli utenti. Tale situazione richiede un costante e sistematico monitoraggio, nonché l’adozione di iniziative, anche di tipo regolamentare, finalizzate ad accrescere la trasparenza del sistema dell’informazione online e ad assicurare una più efficace tutela dei minori”.
Il Digital Services Act stabilisce meccanismi di co-regolamentazione dettagliati per le attività delle grandi piattaforme digitali, al fine di garantire la tutela del pluralismo informativo, la correttezza delle informazioni e la protezione dei minori da contenuti illegali o dannosi. Questo avviene attraverso una collaborazione tra la Commissione europea, il Digital Services Coordinator e i regolatori nazionali dei servizi di media audiovisivi. L’obiettivo principale è creare un sistema articolato e coordinato per garantire una presenza responsabile e sicura delle piattaforme digitali nel panorama mediatico europeo.
Infine, il decreto legislativo di recepimento della direttiva copyright ha assegnato ad Agcom nuove competenze, tra cui la gestione della corretta remunerazione dei prodotti editoriali presenti sulle piattaforme e sui social media attraverso il meccanismo dell’equo compenso. Questa nuova disposizione mira a garantire una giusta compensazione per i contenuti editoriali diffusi attraverso le piattaforme digitali, assicurando una maggiore tutela dei diritti dei produttori di contenuti e dei giornalisti.
S.B.