In piena pandemia social store online e motori di ricerca hanno garantito servizi essenziali o diritti diventando più “umani” ma anche più potenti; le Tv hanno acquistato nuova centralità, le imprese, la pubblica amministrazione, i cittadini hanno allargato la loro dimensione digitale in modo impensabile.
Si sono create nuove opportunità ma anche nuovi divari; c’è stata una overdose tecnologica che ha spazzato via vecchie consuetudini ma anche aperto la strada ad abusi e/o dipendenze. La disinformazione galoppa. Come trovare un nuovo equilibrio?
Questi alcuni dei temi sviluppati nel volume “La Rete che vorrei”, curato da Ruben Razzante, Professore di Diritto dell’Informazione all’Università Cattolica di Milano, che verrà presentato all’Unione Parmense degli Industriali con un incontro in presenza giovedì 9 settembre alle 17:30. Ne discuteranno con l’Autore Cesare Azzali Direttore dell’Unione Parmense degli Industriali, Marco Giorgi Direttore generale del Comune di Parma e Claudio Rinaldi Direttore della Gazzetta di Parma.
Arrivato alla terza ristampa in pochi mesi, “La Rete che vorrei” contiene le testimonianze di osservatori privilegiati – colossi della Rete (Alibaba, Amazon, Facebook, Google), Tv (RAI e Sky), istituzioni (Dipartimento Innovazione, Tribunale per i minorenni di Milano, Corte di Giustizia Europea), mondo produttivo (Confindustria e banche), centri di ricerca (Censis e Istat) – raccolte da Ruben Razzante, studioso e docente di Diritto dell’informazione, che ha aggiunto un suo corposo contributo da osservatore privilegiato del fenomeno fake news.
Impatto della digitalizzazione sulla produzione e distribuzione di beni e servizi, valore dei dati, tutela dei diritti degli individui e delle imprese nel web, integrazione multimediale, evoluzione dell’economia e della finanza, politiche dei colossi della Rete in difesa delle imprese e degli utenti, qualità dei contenuti informativi, patologia dell’ecosistema mediatico e funzionamento delle democrazie sono i principali temi affrontati in questo volume, che si rivolge a quanti puntano a vivere in maniera sempre più consapevole e responsabile la loro dimensione digitale. Pretendere di padroneggiare fino in fondo i cambiamenti che la Rete sta vivendo equivarrebbe all’illusione di riuscire a trattenere in una mano tutti i granelli di sabbia raccolti. Occorre uno sforzo di maturo e operoso adattamento all’ambiente virtuale che non faccia mai venir meno la centralità irriducibile dell’uomo e la sua inarrivabile profondità.