Il mondo della telefonia nell’occhio del ciclone, nello specifico Vodafone, Wind Tre, Telecom e Fastweb. Secondo quanto rilevato dall’Antitrust, infatti, esistono “criticità nella gestione delle procedure interne delle cessazioni delle utenze“. Più precisamente, esse riguardano l’invio di fatture da parte di un precedente operatore anche dopo il passaggio a quello nuovo, con la conseguenza di un doppio esborso da parte dell’utente. Per queste ragioni, l’authority ha sanzionato Vodafone (400mila euro), Wind Tre (300mila euro), Telecom (200mila euro) e Fastweb (100mila euro) per comportamenti illegittimi.
Secondo l’Antitrust, questi comportamenti (fatturazioni post-recesso o, in caso di migrazione, di doppia fatturazione a carico dell’utente) durano da circa tre anni e “l’illegittima prosecuzione della fatturazione, dopo la richiesta di cessazione del servizio, è riconducibile ad anomalie e a disallineamenti tecnici tra i sistemi di gestione informatici del processo interno di ciascuna società, rispetto ai quali le stesse, anche se in misura diversa, non hanno adottato efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo“. Le quattro compagnie telefoniche sono state diffidate dal continuare ad attuare la pratica scorretta ed entro 90 giorni dovranno comunicare all’Autorità le iniziative adottate a tal fine.
Quello contro la telefonia è solo l’ultimo, in ordine cronologico, dei provvedimenti adottati dall’Antitrsut. Meno di quattro mesi fa, infatti, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato si era scagliata contro le maggiori società fornitrici di energia, avviando sette procedimenti istruttori, e adottando altrettanti provvedimenti cautelari, dopo aver rivelato irregolarità nelle proposte di modifica del prezzo delle forniture e le successive proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali.
di Matteo Cotellessa, Giornalista Mediaset e cultore della materia di Diritto dell’informazione, Diritto europeo dell’informazione e Regole della comunicazione d’impresa con il Prof. Ruben Razzante (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)