Recentemente, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha ordinato l’immediata rimozione dell’app TikTok da tutti i suoi dispositivi attraverso il provvedimento “No TikTok on government devices act”. Lo stesso Office of Cybersecurity ne riconosce un elevato rischio per la sicurezza degli utenti e i politici cominciano a considerare le accuse di spionaggio verso i giornalisti statunitensi.
Dunque, sempre più Stati si stanno muovendo per bannare il social network dai dispositivi di proprietà del governo.
Nel 2022 si contano 131 milioni di utenti attivi sulla piattaforma in questione in America del Nord. Pur di evitare di rinunciare a tutti questi utenti, la società cinese ByteDance, proprietaria di TikTok, si prepara a scendere a patti con i funzionari governativi statunitensi e a fare concessioni significative, come rivelare il funzionamento del proprio algoritmo, finora sconosciuto.
Un’inchiesta portata avanti dal Wall Street Journal, nel luglio 2021, aveva svelato che certi contenuti vengono mostrati sulla pagina anche in base al tempo che un utente trascorre visualizzando un video, anche se non vi interagisce in alcun modo.
A dicembre 2022 la stessa ByteDance ha introdotto nella sezione “Per Te” un’icona che svela una lista di ragioni per cui un dato video viene consigliato sulla pagina. L’algoritmo, in questo caso, funziona seguendo interazioni precedenti, account seguiti, contenuti postati di recente, tendenze popolari in una determinata area geografica.
Con lo sviluppo dell’economia cinese e delle sue società che si muovono per espandere le loro operazioni negli Stati Uniti, il Comitato per gli investimenti esteri (CFIUS) si sta occupando di definire i termini di un accordo che permetta al social TikTok di continuare ad essere presente nel territorio degli Stati Uniti.
I funzionari statunitensi Il CFIUS e la ByteDance stanno cercando di negoziare il più possibile con i funzionari governativi americani, che temono che TikTok utilizzi il suo algoritmo per manipolare gli utenti e pertanto ne richiedono la conoscenza del reale funzionamento di questo.
La ByteDance ha, quindi, proposto una riorganizzazione pianificata delle operazioni negli Stati Uniti e nuove misure per la trasparenza sull’algoritmo, consentendo così maggiore supervisione e controllo da parte delle autorità.
In realtà, non è la prima volta che la società avanza una proposta simile. Già nel 2020 aveva annunciato la sua volontà di aprire un nuovo centro per la trasparenza a Los Angeles, ma così non è stato. Adesso la situazione è più complicata perchè è emerso che il team cinese di TikTok ha influenzato l’algoritmo per minimizzare le conversazioni sulle elezioni politiche statunitensi, manipolando i contenuti mostrati sui feed degli utenti.
Anche se a lungo ha negato le accuse di spionaggio, ByteDance ha ammesso di aver spiato la location dei giornalisti. Il Financial Times ne ha denunciato l’ammissione “di aver ottenuto in modo inappropriato i dati degli utenti, tra cui un giornalista del Financial Times, al fine di analizzare la loro posizione nell’ambito di un’indagine interna sulle fughe di notizie”.
L’FBI stesso ha lanciato l’allarme sull’uso di TikTok, avvertendo che il Governo cinese potrebbe utilizzare l’app per influenzare gli utenti americani e controllare i loro dispositivi.
Queste le parole del Direttore dell’FBI, Christopher Wray, davanti al Comitato per la sicurezza interna della Camera: “La possibilità che il Governo cinese possa impiegarla per controllare la raccolta di dati su milioni di utenti o controllare l’algoritmo di raccomandazione, che potrebbe essere utilizzato per influenzare le operazioni se lo desiderasse, o per controllare il software su milioni di dispositivi, il che gli dà un’opportunità per compromettere tecnicamente i dispositivi personali”.
L’attuale legge cinese sulla Sicurezza Nazionale (NSL) obbliga le aziende straniere e nazionali che operano in Cina a condividere i propri dati con il Governo. Per questo, i governi temono che il Partito Comunista Cinese possa utilizzare tale strumento legale per raccogliere proprietà intellettuali sensibili, segreti commerciali e dati personali.
Wray ha affermato che la legge cinese richiede alle aziende di “fare tutto ciò che il Governo vuole che facciano in termini di condivisione di informazioni o di servire come strumento del Governo cinese”. Ha parlato di Pechino come “la più grande minaccia a lungo termine per la sicurezza economica e nazionale” degli Stati Uniti ed ha accusato la Cina di aver interferito nelle recenti elezioni.
(N.T.)