Lo ha annunciato il Commissario per il Mercato Interno, Thierry Breton, avvertendo che le major “dovranno cambiare i loro comportamenti se vorranno continuare ad operare in Europa”.
Le piattaforme prese di mira sono 19, tra cui Google, Apple, Facebook, Amazon, Twitter, TikTok, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, Wikipedia, Youtube, Zalando, Booking, AliExpress e Bing.
Le aziende dovranno rispettare gli obblighi di trasparenza e affidabilità previsti dal Digital services act (Dsa), il regolamento europeo volto a frenare il “far west digitale”.
Dopo l’entrata in vigore del Dsa, diventato realtà nell’ottobre 2022, tutte le piattaforme digitali sono chiamate ad adeguare le loro politiche alle norme Ue.
A seguito della loro emanazione, le società dovranno ora ottemperare, entro quattro mesi, a tutti i nuovi obblighi previsti dal Dsa. Questi mirano a responsabilizzare e proteggere gli utenti online, compresi i minori, richiedendo ai servizi designati di valutare e mitigare i loro rischi sistemici e di fornire solidi strumenti di moderazione dei contenuti.
Gli utenti riceveranno informazioni chiare sul motivo per cui vengono raccomandate determinate informazioni e avranno il diritto di rinunciare ai sistemi di raccomandazione basati sulla profilazione; saranno in grado di segnalare facilmente contenuti illegali e le piattaforme dovranno elaborare tali segnalazioni con diligenza; non potranno essere visualizzati annunci pubblicitari basati su dati sensibili dell’utente (opinioni politiche o orientamento sessuale).
Le piattaforme dovranno etichettare tutti gli annunci e informare gli utenti su chi li sta promuovendo; dovranno fornire un riassunto facilmente comprensibile e in un linguaggio semplice dei loro termini e condizioni, nelle lingue degli Stati membri in cui operano.
Viene prevista inoltre una forte tutela dei minori: le piattaforme dovranno riprogettare i propri sistemi per garantire un elevato livello di privacy, sicurezza e incolumità dei minori; non è più consentita la pubblicità mirata basata sulla profilazione verso i bambini; sono previste valutazioni speciali del rischio, compresi gli effetti negativi sulla salute mentale.
Le piattaforme e i motori di ricerca devono adottare misure per approfondire i rischi legati alla diffusione di contenuti illegali online e agli effetti negativi sulla libertà di espressione e di informazione. Le piattaforme devono disporre di un meccanismo che consenta agli utenti di segnalare i contenuti illegali e agire rapidamente in base alle notifiche; devono analizzare i loro rischi specifici e mettere in atto misure di mitigazione, ad esempio per affrontare la diffusione della disinformazione. E l’uso non autentico del loro servizio. In caso di mancata osservanza di questi nuovi obblighi, le Big Tech rischiano sanzioni fino al 6% del fatturato globale.
(V.M)