L’Unesco ha annunciato l’adozione di un primo testo mondiale sull’etica dell’Intelligenza Artificiale, nel tentativo di inquadrare la rivoluzionaria tecnologia che suscita anche timori per il peso che può avere sui comportamenti sociali.
Infatti, sebbene l’intelligenza artificiale possa offrire supporto a milioni di studenti, riempire 3,3 milioni di posti di lavoro e aiutare ad affrontare la pandemia di Covid-19, ci sono anche alcuni svantaggi nell’adozione di questa tecnologia, messi in risalto dall’Unesco: “Queste tecnologie generano anche rischi e sfide al ribasso, derivanti dall’uso dannoso della tecnologia o dalla radicalizzazione di disuguaglianze e divari”. Il primo passo è dunque concordare esattamente quali valori devono essere sanciti e quali regole devono essere applicate.
Il testo mondiale sull’etica dell’Intelligenza Artificiale è stato ratificato dai 193 Paesi membri dell’organizzazione delle Nazioni Unite. Si legge nel testo: “Le tecnologie dell’IA possono rendere grandi servizi all’umanità” e “tutti i Paesi possono beneficiarne”, ma “sollevano anche preoccupazioni etiche di fondo”.
La redazione del testo era cominciata nel 2018 ed è fondata su “rispetto, protezione e promozione dei diritti dell’Uomo, diversità ed inclusione, promozione delle società, promozione delle società pacifiche e dell’ambiente”. Il testo elenca quanto i firmatari dovranno realizzare, soprattutto per la creazione di strumenti legislativi che inquadrino e sorveglino le AI, “garantendo una totale sicurezza per i dati personali e sensibili”.
L’Unesco scrive: “Abbiamo bisogno di politiche e quadri normativi internazionali e nazionali per garantire che queste tecnologie emergenti vadano a beneficio dell’intera umanità. Abbiamo bisogno di un’IA centrata sull’uomo. L’intelligenza artificiale deve essere per il maggiore interesse delle persone, non il contrario”.
Si prevede che l’IA genererà quasi 4 trilioni di dollari di valore aggiunto entro il 2022. Entro il 2030, i guadagni economici dovrebbero essere più forti in Cina e Nord America, rappresentando il 70% dell’impatto economico globale dell’IA. L’Intelligenza Artificiale, si legge nel testo, ha una dinamica “il vincitore prende tutto” che deve essere regolamentata: la concentrazione dell’IA nelle mani di pochi Paesi ad alto reddito probabilmente lascerà i Paesi in via di sviluppo molto indietro. Questi ultimi non beneficeranno o trarranno molto poco dalle tecnologie di intelligenza artificiale e non avranno la proprietà di tali tecnologie.
Uno dei rischi dell’Intelligenza Artificiale è che crei un maggiore divario di genere, infatti solo il 22% di tutti i professionisti di questo settore sono donne. Poiché sono sottorappresentati nel settore, i pregiudizi di genere e gli stereotipi vengono riprodotti nelle tecnologie di intelligenza artificiale. E infatti gli assistenti personali virtuali come Siri, Alexa o Cortana sono “femminili” per impostazione predefinita.
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