Oggi siamo inseriti nella platform society. In questo contesto i social media, che originariamente si sono sviluppati come strumenti divertenti e utili per socializzare, stanno assumendo la funzione di organo di stampa e mediazione tra cittadino e Stato. Questi algoritmi sono stati ideati e gestiti dai proprietari privati che erano mossi da legittime finalità di profitto. Questa logica favorisce e dà visibilità soprattutto a determinati flussi di informazioni utili per accumulare denaro o consensi tramite contenuti che attirano like e commenti.
Il giornalismo dell’ecosistema digitale ibrido si deve confrontare con dei nuovi sistemi informativi che spesso producono un output informativo caratterizzato dalla presenza di grumi concettuali in cui si presentano punti di vista verosimili come verità plurime e plausibili. Si creano, quindi, significative distorsioni sia nei processi di ricerca delle news che sul piano delle possibilità di controllo della loro veridicità e fattualità. ChatGPT, ad esempio, costituisce un nuovo strumento di news making che ha suscitato perplessità e allarmi. ChatGPT non solo potrebbe attingere da fonti di disinformazione online, ma potrebbe produrre anche testi mendaci che facilitano la proliferazione incontrollata di fake news.
L’uso strategico di pseudo-facts favorisce soprattutto i leader politici che si servono di retoriche del consenso per manipolare i flussi informativi. Si creano così bias relazionali come la polarizzazione delle opinioni in cui i cittadini-elettori possono diventare anche complici involontari di pratiche di disinformazione.
Un altro problema per la libertà del giornalismo potrebbe essere la straordinaria concentrazione di potere di mercato nelle mani di pochissime aziende tecnologiche. Nel caso dell’informazione questo potrebbe provocare un enorme incremento di pirateria informatica, fughe di notizie e inserimento di informazioni false in documenti scaricati online. Bisognerà mirare ad attivare policies, produrre norme efficaci a proposito di privacy, tutela del lavoro, dei dati, dei sistemi informatici. Interventi, sia a tutela dei consumatori e della privacy, sia a tutela della concorrenza.
(C.D.G.)