Il giornalista, scrittore e critico letterario Cesare Cavalleri, protagonista dell’informazione e dell’editoria cattolica italiana per oltre mezzo secolo, storico direttore della rivista «Studi cattolici» e fondatore delle Edizioni Ares, legate all’Opus Dei, si è spento il 28 dicembre a Milano, all’età di 86 anni dopo una lunga malattia.
Nato a Treviglio il 13 novembre 1936, dopo aver frequentato i Salesiani e l’Istituto tecnico commerciale di Treviglio, Cavalleri iniziò a lavorare presso la Banca Nazionale del Lavoro di Milano (1955-1959). Si iscrisse ai corsi serali di Economia e si laureò all’Università Cattolica di Milano con una tesi sui «Processi stocastici e le loro applicazioni», e studiò, come spesso ricordava, la frequenza del fonema zeta (zz) nei «Pensieri» di Giacomo Leopardi.
Durante gli anni universitari conobbe l’Opus Dei ed entrò a farvi parte il 23 giugno 1959 scegliendo la via del celibato apostolico come numerario.
Dopo l’ingresso nell’Opus Dei, nell’autunno del 1960 Cavalleri si trasferì a Roma per collaborare alla Rui (Residenza Universitaria internazionale) inaugurata l’anno prima. Nel frattempo, si diplomò in Sociologia presso l’Istituto Luigi Sturzo e nel 1961 si trasferì a Verona, dove divenne assistente alla cattedra di Statistica del professore Luigi Vajani: iniziò quindi a collaborare alla terza pagina dell’«Arena» e fondò «Fogli. Rivista di cultura, attualità e di problemi giovanili».
Nel 1966 Cavalleri prese il timone di «Studi cattolici», mensile di studi e di attualità, una direzione record durata ininterrottamente sino alla sua scomparsa, così come la collaborazione al quotidiano «Avvenire», su cui scrisse sin dal primo numero (4 dicembre 1968), prima come critico televisivo e poi come osservatore culturale.
E dal 1985 al 2007, oltre ad articoli di critica letteraria e di costume, ha pubblicato ogni mercoledì su Avvenire una rubrica intitolata Persone & parole, che ha dato luogo a quattro volumi antologici.
Negli anni chiamò alla collaborazione con «Studi cattolici» personaggi come Joseph Ratzinger, Vittorio Messori, Maria Adelaide Raschini, Vittorio Pomilio, Gianfranco Morra e Eugenio Corti, il cui romanzo “Il cavallo rosso” (1983) divenne un long seller delle Edizioni Ares, tradotto in diverse lingue e amato dalle generazioni più giovani.
Nel 2004 Cavalleri aveva ricevuto il Premio Internazionale Medaglia d’Oro al merito della Cultura cattolica e nel 2006 l’Ambrogino d’oro, destinato dalla Città di Milano ai cittadini benemeriti.
Tra i suoi lavori più recenti, la curatela della nuova edizione del «Fumo del tempio» di Eugenio Corti (Ares 2022) e l’«Invito alla lettura del volume Per Salvatore Quasimodo» (Ares 2022).
Con l’avanzare della malattia avviò una ristrutturazione organizzativa e gestionale della casa editrice, con l’inserimento di nuove figure manageriali e di diversi giovani, uno sviluppo iniziato dal passaggio dalla sede storica di via Stradivari alla nuova di via Santa Croce, nel cuore di Milano, e con l’apertura di nuove collane editoriali, dalla narrativa alle vite dei santi, dai Classici di spiritualità al teatro. Da sempre interessato alle nuove forme di comunicazione, non mancava di intervenire sui social e il 13 di ogni mese, il giorno del suo compleanno, dava appuntamento ai lettori della sua pagina Facebook per una “lezione di poesia”.
Lo scorso 23 novembre, congedandosi dai lettori, aveva annunciato su “Avvenire” la sua morte imminente con una lettera al direttore Marco Tarquinio: “I medici mi hanno graziosamente comunicato che mi restano 9 settimane di vita. Non immaginavo simile conclusione, ma prendo volentieri atto e mi tuffo nella preparazione immediata al grande salto (quella remota è iniziata, con alti e bassi, nell’adolescenza)”.
Oggi, giovedì 29 novembre, sarà possibile visitare la camera ardente di Cavalleri alla Casa del Commiato di Via Antonio Gramsci 93 (Cormano – Milano): le visite saranno possibili dalle ore 10 alle 18. I funerali saranno celebrati domani, venerdì 30 dicembre, alle ore 11, presso la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.
Il fondatore del nostro portale, prof.Ruben Razzante, dell’Università Cattolica di Milano, ha appena ricordato Cesare Cavalleri con queste parole pubblicate sui social: «Nei giorni scorsi sono andato a trovare l’amico Cesare. Abbiamo parlato a lungo di fede, cultura, giornalismo, famiglia, società. Era felice di rivedermi e non aveva minimamente perso la sua ironia. Alla mia domanda “Come si sta riorganizzando Studi Cattolici?” ha subito risposto: “Fino a 107 anni ci sono io, poi si vedrà…”. Quando sono andato via mi ha salutato con un sorriso, che ricorderò a lungo. Non avrei mai voluto che fosse quello il nostro ultimo incontro. Mi auguravo di poterlo rivedere ancora. Ha fondato la casa editrice Ares, che ha dato un contributo fondamentale alla crescita della cultura cattolica e continuerà a darlo. L’impegno di Cesare è stato riconosciuto nella motivazione del Premio Internazionale per la Cultura cattolica conferitogli nel 2004: “La cultura cattolica di Cavalleri non si è mai posta al rimorchio della modernità, ma ha saputo coglierne le attese e i fermenti per condurla alla riscoperta di una dimensione di verità e di speranza”. Resteranno sempre impressi nella mia memoria i miei primi incontri con lui agli inizi degli anni novanta, in via Stradivari,7, a Milano, quando collaboravo con Studi Cattolici. Ciao Cesare, sarai sempre con noi».