Il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente emesso il provvedimento n. 34, datato 24 gennaio 2024, ribadendo come l’emergenza sanitaria COVID-19 non possa giustificare la diffusione della schedatura dei soggetti positivi o in quarantena, tantomeno la divulgazione dei dati sanitari dei pazienti.
In questo caso specifico, la questione nasce in seguito a quanto accaduto in un comune nella provincia di Caserta. Il paese ha attirato a sé l’attenzione pubblicando sui suoi canali social una mappa che mostrava quasi con precisione le abitazioni delle famiglie in quarantena e dei soggetti affetti dal virus, contrassegnate con pallini gialli e rossi.
A seguito di una segnalazione ricevuta da un cittadino, il Garante ha deciso di applicare una severa sanzione al comune in questione. Nonostante i diversi solleciti, il comune non ha fornito alcuna spiegazione al Garante. Nel frattempo è anche emerso che il comune non aveva nemmeno comunicato i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati, figura chiave per garantire il rispetto delle normative in materia di privacy.
L’esito dell’istruttoria è stato particolarmente grave, poiché il comune aveva diffuso sui social dati anagrafici, di contatto e relativi alla salute dei cittadini. Questo comportamento non solo viola la privacy dei cittadini, ma anche il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Secondo il GDPR, per “dato personale” si intende “qualsiasi informazione riguardante una persona fisica o identificabile (interessato)”. Tale definizione include i dati diretti come il nome e l’indirizzo, ma anche dati indiretti che possono portare all’identificazione di una persona, come informazioni relative all’ubicazione o caratteristiche fisiche e sociali. Il GDPR considera sensibili anche quelle informazioni che rivelano l’origine etnica, l’orientamento sessuale, i dati genetici e le convinzioni religiose.
In conclusione, è fondamentale che gli enti locali e le istituzioni rispettino rigorosamente le normative sulla privacy durante situazioni di emergenza come quella attuale, evitando di diffondere dati sensibili dei cittadini senza un’autorizzazione legittima.
LG
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