Alex Dell’Era, con una solida esperienza tecnica e comunicativa, si è formato al Politecnico di Milano e grazie a quasi due decadi di esperienza internazionale nella diagnostica per immagini, è oggi il Responsabile Marketing e Pubbliche Relazioni di Canon Medical, società del gruppo Canon. È stato protagonista nel promuovere la cooperazione attiva con i professionisti della sanità e la formazione in settori chiave della diagnostica per immagini come l’ecografia, la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata, l’angiografia e l’IT sanitario.
Abbiamo chiesto a Dell’Era di condividere le sue riflessioni sul ruolo crescente della tecnologia in sanità, tra nuove opportunità e rischi da gestire.
- Cosa racconta la medicina diagnostica dell’odierna trasformazione digitale?
La medicina diagnostica è tra le prime testimonianze di una trasformazione digitale che si manifesta attraverso l’innovazione continua. Ci troviamo in un’epoca in cui la velocità del cambiamento tecnologico è senza precedenti. Il nostro scopo è guidare questo cambiamento, non solo per tenere il passo, ma per definire il futuro della salute globale supportando al meglio il sistema sanitario.
- In termini di numeri, come valuta l’impatto della tecnologia digitale sulla diagnostica per immagini?
L’impatto delle tecnologie digitali, e in particolare dell’intelligenza artificiale, nel campo della diagnostica per immagini è profondo e in rapida espansione. Per metterlo in prospettiva con i dati attuali, il settore dell’AI in sanità, valutato inizialmente in 600 milioni di dollari, è proiettato a crescere fino a raggiungere i 6 miliardi di dollari. Questo dimostra non solo un riconoscimento del valore che l’AI apporta in termini di miglioramenti nell’assistenza sanitaria, ma anche la fiducia nel suo potenziale di mercato e nell’impatto futuro. Inoltre, esistono già soluzioni avanzate che contribuiscono significativamente a questa crescita, permettendo una riduzione delle dosi fino all’80%, ottimizzando le procedure e migliorando l’efficienza del servizio ai pazienti. Questi numeri riflettono la direzione in cui ci stiamo muovendo, verso un futuro dove la qualità dell’assistenza sanitaria è potenziata dall’AI e da altre tecnologie avanzate.
- Guardando avanti quindi cosa vede per la Sanità?
Sicuramente una crescente intersezione tra la tecnologia e il trattamento personalizzato del paziente, dove l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico svolgeranno in questa nuova era un ruolo cruciale. In mezzo a una miriade di tecnologie emergenti, dalla blockchain alla realtà virtuale ed aumentata, fino al metaverso, c’è il rischio di sentirsi sopraffatti. Tuttavia, questo afflusso tecnologico rappresenta un’opportunità straordinaria. Chi opera in questo ambito ha il dovere morale di canalizzare questo potenziale enorme in una sanità più accessibile ed equa, assicurandosi che i benefici dell’innovazione raggiungano tutti i livelli della società e contribuiscano a un sistema di cura più umano.
- In che modo?
Anche in un ambito all’apparenza così squisitamente tecnico, al cuore della missione della diagnostica per immagini deve esserci un impegno etico che guidi l’innovazione tecnologica nel rispetto dell’individuo. La direzione è chiara: utilizzare la tecnologia per amplificare le capacità umane, migliorare la cura dei pazienti e semplificare le loro vite. Mettendo a punto ad esempio strumenti diagnostici che non solo spingano sempre un po’ più avanti i limiti della scienza, ma restino radicati in principi di responsabilità e integrità. L’obiettivo, in questo come negli altri settori oggi, non può essere soltanto innovare, ma farlo con un riguardo etico che consideri attentamente l’impatto di ogni nostra azione sulla vita delle persone. Il significato profondo che si cela dietro ogni avanzamento tecnologico sarà infatti dato proprio da questo impegno etico verso la salute e il benessere. Perseguire l’innovazione responsabilmente significa che ogni passo avanti è anche un passo verso una cura più consapevole e centrata sul paziente. Mentre si esplorano nuovi orizzonti della scienza medica, l’obiettivo resta quello di garantire che ogni progresso sia un progresso per tutti, condotto con integrità e rispetto per l’individuo. Questo è il vero cuore dell’innovazione: non solo tecnologia avanzata, ma etica applicata, con lo sguardo fisso sull’orizzonte di ciò che di meglio la sanità può diventare.
di Diana Daneluz – Giornalista pubblicista, Socia professionista e Relazioni con i media in FERPI