Cresce per il terzo anno consecutivo il mercato italiano dell’information security. Nel 2019 il giro d’affari del settore è stato di 1,317 miliardi di euro, con un incremento del 10% circa rispetto all’anno precedente. Nel 2018 aveva registrato un +9% e nel 2017 un +12%. Secondo i dati dell’Osservatorio Information Security & Privacy della School of Management del Politecnico di Milano, a spingere gli investimenti è anche l’applicazione del nuovo Regolamento Ue sulla privacy (Gdpr), che impone alle aziende nuovi adempimenti. Il 71% delle grandi imprese nostrane afferma che il team interno ha già le competenze necessarie, mentre il 40% sta cercando nuovi profili. Appare ancora scarsa, però, la maturità organizzativa delle imprese: nel 40% delle organizzazioni non esiste una specifica funzione di information security, che rimane all’interno dell’Information technology, e il responsabile della sicurezza è lo stesso responsabile della funzione aziendale tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Le piccole e medie imprese mostrano un miglioramento nella gestione dell’information security ma restano in ritardo rispetto alle grandi. Il 90% dispone di soluzioni di sicurezza di base come sistemi antivirus e antispam e una su due sta investendo per migliorare la propria dotazione di security. Il 52% delle risorse è dedicato a soluzioni di sicurezza (+26% rispetto al 2018), il restante 48% ai servizi (in crescita per il 45% delle aziende). Tornando al Gdpr, il 55% delle imprese ha completato i progetti di adeguamento (+31% sul 2018), per il 30% sono ancora in corso (un anno fa, erano il 58%), il 5% è in fase di analisi dei requisiti, mentre nel 10% dei casi il tema non è ancora passato all’attenzione dei vertici. Con l’adeguamento alle nuove norme, crescono gli investimenti: il 45% ha aumentato il budget dedicato, nel 53% delle realtà è rimasto invariato, solo il 2% lo ha ridotto.