Il tribunale d’appello per la concorrenza di Londra ha dato il via libera alla class action degli editori di siti web britannici contro Google per presunta attività anticompetitiva nella pubblicità digitale. L’azione legale, chiamata Ad Tech Collective Action, riunisce circa 100 editori e chiede un risarcimento di 13,6 miliardi di sterline (circa 16 miliardi di euro).
Al centro della controversia c’è il sistema di Google chiamato “BIG” (Bidding Infrastructure Group), che decide quali annunci online le persone vedono e quanto costano. Gli editori accusano Google di abusare della sua posizione dominante nel mercato favorendo i propri prodotti e servizi rispetto a quelli dei concorrenti.
Infatti, secondo Ad Tech Collective Action, Google ha utilizzato la sua tecnologia BIG per ridurre artificialmente la concorrenza tra gli editori, per favorire i propri prodotti pubblicitari rispetto a quelli dei concorrenti e, infine, per raccogliere e utilizzare i dati sugli utenti in modo anticoncorrenziale, per creare un vantaggio ingiusto per i propri prodotti pubblicitari.
Google ha negato le accuse e ha definito la class action “basata su speculazioni” dichiarando che si opporrà alle accuse in tribunale.
C.T.