Sharenting, ovvero l’unione di share, condividere, e parenting, genitorialità, sta a indicare l’abitudine a condividere e pubblicare sui Social immagini e foto dei propri figli. La parola è entrata a giugno 2022 nell’Oxfort English Dictionary. Questa tendenza finisce sotto esame al Parlamento francese con una proposta di legge che vorrebbe limitarla.
Il deputato macronista Bruno Studer è il promotore della proposta di legge. La proposta nasce per contrastare la soddisfazione personale, spesso egoistica dei genitori, di mostrare al mondo i propri figli, poiché è causa di rischi ed effetti relativi sia al piano della privacy e dei diritti, che a quello dello sviluppo psicologico individuale dei bambini.
Per questa ragione la scorsa settimana i deputati dell’Assemblea Nazionale francese hanno approvato all’unanimità un progetto di legge per garantire ai bambini il rispetto del diritto alla loro immagine, soprattutto online. La proposta è stata voluta da Emmanuel Macron.
Secondo chi propone la legge la vita privata dei minori è a rischio con una pratica come lo Sharenting e a mettere a rischio il diritto alla privacy dei più piccoli sono i loro stessi genitori. Oltre alla questione privacy c’è quella della pedopornografia, vale a dire le foto liberamente accessibili sui social che possono finire su altri siti. I piccoli non hanno la possibilità di scelta e si ritrovano in immagini pubbliche loro malgrado.
Bruno Stunder, ex insegnante, racconta di essere stato testimone di casi di bullismo, nati proprio da foto postate on line dai genitori dei ragazzi. L’obiettivo della legge è di sensibilizzazione e informazione, ma arriva a togliere ai genitori il diritto all’immagine dei figli affidando la tutela della stessa immagine a terzi. Questa indicazione è nell’articolo quattro della proposta. Nei primi due articoli si spiega che la protezione della vita privata è uno dei compiti dei genitori e che i figli devono essere consapevolmente associati alle scelte che li riguardano anche per l’immagine.
(V.M)