L’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, si è protratta per diversi mesi e ha coinvolto oltre trecento istituti italiani e più di 1.700 aspiranti hacker etici, i quali hanno avuto la possibilità di formarsi insieme ai maggiori esperti del Paese su temi sempre più centrali sia nella quotidianità che nel mondo del lavoro.
Durante il periodo di formazione, i giovani si sono confrontati con sfide pratiche e simulazioni dei reali problemi della sicurezza informatica guidati anche da TeamItaly, la Nazionale Italiana di Cyberdefender, e da alcuni dei migliori partecipanti alle precedenti edizioni di CyberChallenge.IT, la scuola per hacker etici del Laboratorio nazionale di Cybersecurity. Al centro delle sfide crittografia, reverse engineering, sicurezza in Rete e sicurezza delle infrastrutture.
“Nonostante la giovanissima età dei partecipanti, ci sorprende vedere la passione e le elevate competenze tecniche dimostrate dai giovani in ambito cybersecurity”, ha commentato il coordinatore del progetto, Gaspare Ferraro. “Questo ci spinge a investire ogni anno nei nostri programmi di formazione e addestramento per avvicinare e accompagnare gli studenti nella loro carriera alla sicurezza informatica”.
Domenica 29 maggio il Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI ha premiato i vincitori della seconda edizione di Olicyber, percorso d’eccellenza per la formazione dei futuri hacker etici italiani.
Durante la cerimonia, che si è svolta per la prima volta in presenza, sono stati presentati gli esiti della competizione nazionale del 28 maggio svolta al termine di un percorso di approfondimento gratuito sulla sicurezza informatica realizzato dal Laboratorio Nazionale di Cybersecurity per gli studenti e le studentesse dei licei e degli istituti tecnici italiani. Nella stessa giornata, sono stati consegnati i riconoscimenti alle ragazze che hanno partecipato a CyberTrials, il nuovo programma di formazione del Laboratorio rivolto alle studentesse degli istituti superiori.
Dei 1757 partecipanti a Olicyber, 40 sono i ragazzi saliti sul podio olimpico per aver ottenuto i punteggi maggiori in una competizione di tipo Capture-the-flag (dall’inglese, rubabandiera) nella quale sono state proposte ai partecipanti delle sfide con l’obiettivo di individuare e sfruttare vulnerabilità intenzionalmente inserite dagli organizzatori in diversi tipi di applicazioni.
Alla cerimonia ha preso parte il direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, Roberto Baldoni, che ha ribadito l’importanza della formazione, al centro anche della Strategia Nazionale di Cybersicurezza (2022-2026) presentata nei giorni scorsi.
“La presenza qui di tutti questi ragazzi e ragazze è un regalo, la conferma che la sfida del “Big Game” era da affrontare per incrementare la sensibilizzazione e la cultura della cybersicurezza”, ha commentato Paolo Prinetto, direttore del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity. “L’entusiasmo di questi giorni ci spinge a pensare a nuove edizioni dei nostri programmi di formazione e ad ampliare la nostra offerta, anche per i docenti”.