Sono due i possibili sistemi introdotti da Instagram: inviare una foto del proprio documento d’identità, oppure caricare un video-selfie che verrà analizzato da un sistema di intelligenza artificiale per stabilire l’età dell’utente.
La novità era già stata annunciata in estate, ed era stata inizialmente testata negli Usa per poi essere introdotta nel Regno Unito, in India e nel Brasile.
All’inizio era possibile verificare l’età tramite la conferma di un adulto, ma da ottobre questa opzione non è più disponibile. La nuova regola arriva dopo che più volte la compagnia di Zuckerberg è stata accusata di non tenere sufficientemente in considerazione il benessere psicofisico dei suoi utenti.
L’età minima per iscriversi al social è di 13 anni, ma i profili degli utenti fino ai 17 anni hanno delle limitazioni rispetto a quelli degli adulti. Innanzitutto vengono automaticamente creati come profili privati. Non sono visibili a chi non li segue, ed è necessario che il proprietario accetti una richiesta del follow per far vedere il profilo a qualcuno.
Inoltre, i minori ricevono delle notifiche che Instagram definisce “nudges” per invitare gli utenti ad esplorare determinati contenuti considerati sicuri e a passare meno tempo sull’applicazione.
Se l’invio del documento d’identità è una procedura piuttosto comune in altre applicazioni – si scatta una foto del documento, la si carica, e si attende che la sua autenticità venga verificata – lo stesso non si può dire dell’analisi svolta dall’intelligenza artificiale.
Per implementare questa funzione, Instagram si è rivolta a Yoti, una compagnia digitale britannica specializzata nella verifica dell’identità digitale online. Yoti garantisce di cancellare i video una volta verificata l’età e che nessun’altra informazione oltre a quelle necessarie per verificare l’età viene raccolta. La compagnia britannica afferma che è in grado di stimare l’età nella fascia tra i 6 e i 12 anni con un margine d’errore di 1,36 anni, e quella nella fascia 13 – 19 con un’incertezza di 1,52 anni.
(V.M)