Negli ultimi tempi, il tema del Parental Control è diventato oggetto di dibattito nel settore delle telecomunicazioni. Nonostante alcune questioni ancora aperte, i requisiti stabiliti dalle Linee Guida dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) sono già chiari in molti aspetti. Durante un webinar dedicato al tema, Assoprovider ha discusso con l’avvocato Vincenzo Gallotto, consulente legale dell’associazione, fornendo dubbi e risposte in merito alla normativa.
L’obbligo di implementare “sistemi di controllo parentale” da parte degli operatori è stato introdotto dall’articolo 7-bis del Decreto Legge 28/2020. La norma prevede l’utilizzo di filtri per contenuti inappropriati per i minori e il blocco di contenuti riservati a un pubblico maggiorenne.
In particolare, i sistemi di controllo devono essere pre attivati sulle linee nel caso di contratti con i minori, gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore Il provvedimento dell’AGCOM offre già alcune indicazioni riguardanti il Parental Control. Vengono segnalate alcune categorie di contenuti, sebbene siano considerate eccessivamente generiche.
Tra queste categorie si trovano i contenuti per adulti (come i siti pornografici), il gioco d’azzardo, le armi, la violenza (incluse le pagine che mostrano o promuovono lesioni autoinflitte e il suicidio), l’odio e la discriminazione verso individui o gruppi, la promozione di pratiche che danneggiano la salute in base a conoscenze mediche consolidate (ad esempio, siti che supportano l’anoressia, la bulimia o l’uso di alcol e tabacco).
S.B.