Ad Hollywood ieri sera, al termine della quinta seduta, da quando le trattative erano riprese la scorsa settimana, il sindacato degli sceneggiatori ha annunciato di aver raggiunto un accordo provvisorio con gli Studios per porre termine allo sciopero.
La questione più complessa da articolare sarebbe stata quella dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dell’integrazione di “sistemi generativi” nella filiera della produzione. Una tecnologia così nuova e il cui impiego risulta, da un punto di vista legale, molto complesso, richiede particolare attenzione.
Fonti del settore riferiscono che dall’accordo gli sceneggiatori otterrebbero aumenti della paga minima, garanzie sulla fase di scrittura dei soggetti e percentuali più alte dei diritti d’autore per le opere destinate allo streaming. Ad ogni modo i dettagli del contratto potrebbero non essere rilevati ancora per qualche giorno.
La protesta è iniziata lo scorso 2 maggio in relazione alla crescente preoccupazione degli sceneggiatori sulla possibilità che le nuove forme di automazione potessero sottrarre loro il lavoro. Se potessero essere utilizzati per aiutare gli autori, gli strumenti di intelligenza artificiale troverebbero una collocazione all’interno della filiera senza minacciare il sostentamento di nessun lavoratore.
Secondo il Wga, sindacato degli sceneggiatori, “se i sistemi AI venissero utilizzati al posto degli sceneggiatori, per scrivere sceneggiature che gli esseri umani devono correggere a compensi inferiori, questo sarebbe un problema”.
Resta in sciopero, invece, il sindacato degli attori (Sag-Aftra), con cui i produttori dovranno riaprire il tavolo della contrattazione, saltato a metà luglio.
In merito allo sciopero degli attori, l’impatto dell’AI è molto diverso. Infatti, a differenza degli sceneggiatori, non è detto che gli interpreti possano essere addestrati ad utilizzare questi strumenti per produrre il loro lavoro: è l’AI che viene addestrata su di loro.
Sebbene il potenziale impatto dell’AI sul lavoro umano sia un argomento al centro del dibattito da mesi, queste conversazioni hanno iniziato ad estendersi a tutti i settori, dimostrando l’attenzione dell’opinione pubblica verso un tema sempre più attuale.
C.L.
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