Una delle minacce più insidiose per la crescita dell’economia digitale è rappresentata dalle frequenti violazioni del diritto d’autore. Entro la primavera dell’anno prossimo tutti gli Stati europei dovranno adeguarsi alla direttiva emanata a Bruxelles nel marzo scorso, che responsabilizza le piattaforme on-line affinchè impediscano qualsiasi utilizzo illecito di opere creative. Intanto, però, la situazione attuale rimane allarmante. La violazione del diritto d’autore on-line nei 28 Stati membri dell’Ue e la fruizione illegale di IPTV – Sistema di trasmissione di segnali tv su reti informatiche basate sui protocolli TCP/IP, in particolare Internet – sono al centro di due Report della Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. Dal primo emerge che la diffusione di film, serie tv e brani musicali piratati, tra il 2017 e il 2018, è diminuita, mentre le organizzazioni criminali hanno visto crescere i loro guadagni grazie alla rete di IPTV illegali che sta prendendo sempre più piede in Europa. In Italia calano gli accessi a produzioni musicali e tv piratate, ma aumentano quelli ai contenuti cinematografici. Nello specifico, nei 28 Stati membri dell’Ue, il consumo di programmi tv, musica e film, utilizzando svariati metodi pirata di accesso da PC e mobile, è crollato di oltre il 15%, soprattutto nel settore musicale, con una diminuzione degli accessi pari al 32%. La pirateria preoccupa i settori ad alta intensità di diritto d’autore, come film, tv e musica, che assorbono più di 11 milioni di posti di lavoro nell’Ue.
Il secondo Report della Euipo, dal titolo “Illegal IPTV in the European union”, stima in 13,7 milioni i cittadini europei che fruiscono di contenuti IPTV non autorizzati. Il conseguente guadagno per i “pirati” raggiunge i 941,7 milioni di euro all’anno. L’utente medio nell’Ue spende 5,74 euro al mese per contenuti IPTV non autorizzati.