In Italia il mercato dell’Intelligenza Artificiale sta crescendo in maniera impetuosa. Il 2023 segna infatti un incremento del 52%, raggiungendo il valore di 760 milioni di euro, dopo che già nel 2022 aveva registrato un +32% rispetto all’anno precedente.
Questi dati, presentati dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, dimostrano un interesse sempre crescente e un impegno significativo da parte delle imprese italiane nei confronti della tecnologia dell’Intelligenza Artificiale.
Gran parte degli investimenti si concentra su soluzioni di analisi e interpretazione di testi per la ricerca semantica, la classificazione, la sintesi e la spiegazione di documenti, oltre agli agenti conversazionali tradizionali. Sorprendentemente, i progetti di AI generativa rappresentano ancora solo il 5% degli investimenti totali, corrispondenti a 38 milioni di euro. Questo suggerisce che mentre l’interesse nelle applicazioni più avanzate dell’Intelligenza Artificiale sta crescendo, la maggior parte delle aziende sta ancora esplorando e implementando soluzioni più tradizionali.
Secondo la ricerca condotta dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, sei grandi imprese italiane su dieci hanno avviato progetti di Intelligenza Artificiale, almeno a livello sperimentale. Tuttavia, il dato più interessante è che due su tre di queste aziende hanno già discusso internamente delle applicazioni delle generative AI, dimostrando un interesse crescente e una consapevolezza dell’importanza di esplorare le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.
Gli impatti sull’occupazione sono una delle sfide più rilevanti che l’adozione dell’Intelligenza Artificiale comporta. Già oggi, in Italia, l’AI ha il potenziale di automazione del 50% dei “posti di lavoro equivalenti”, che rappresentano la somma del tempo impiegato in singole attività che possono essere affidate alle macchine. Tuttavia, è importante notare che l’attuale ruolo dell’AI è più di supporto che di sostituzione, con solo una minima parte di questo potenziale realizzato fino ad ora.
Guardando al futuro, la ricerca suggerisce che entro i prossimi dieci anni le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone in Italia. Questo pone una sfida significativa per il mondo del lavoro, richiedendo una riflessione approfondita su come adattarsi a questa evoluzione tecnologica in modo da massimizzare i benefici dell’Intelligenza Artificiale senza compromettere l’occupazione.
“Quest’anno l’Intelligenza Artificiale ha fatto passi da gigante anche in Italia. Il mercato è in forte crescita, come i progetti, e ormai quasi tutti gli italiani hanno sentito parlare di AI, ma guardano a questo ambito con interesse e qualche timore. Nel valutare il reale impatto sul lavoro, però, bisogna tenere in considerazione le previsioni demografiche che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, prospettano un gap di 5,6 milioni di posti di lavoro equivalenti entro il 2033. Tuttavia, soltanto prestando attenzione alle nuove esigenze dei lavoratori, alla formazione e ad un’equa redistribuzione dei benefici, la società riuscirà a trarre valore dallo sviluppo dell’AI” – ha dichiarato Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence.