Stand virtuali dove sviluppare contatti ed incontrare pubblici reali. È la FIERA VIRTUALE IAGOVES2020.IT (https://iagoves2020.it), prevista all’interno dell’Evento Intelligenza Artificiale: per una governance umana. Prospettive educative e sociali, trasmesso on line dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma nei giorni 25 e 26 settembre 2020 (https://intelligenzartificiale.unisal.it).
Durante la due giorni dell’Evento – al quale sono stati accordati ad oggi 31 Patrocini tra cui quelli della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, della Pontificia Accademia della Vita, di Ministeri ed Enti pubblici, di Associazioni come la FERPI-Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, di Università e Centri di Formazione e la collaborazione di dieci Media Partnership – oltre 100 interventi, nelle Sessioni Plenarie del Convegno e nelle Sessioni parallele di IA NO STOP, tra cui ricordiamo qui il contributo del professor Ruben Razzante (fondatore del nostro portale) su “IA e fake news: usi e rischi nella società”. In aggiunta, i visitatori potranno passeggiare on line tra gli stand della FIERA VIRTUALE, dove ad esporre soluzioni di Intelligenza Artificiale o pratiche applicazioni potranno essere Aziende, Start Up, Università, Centri di Ricerca, Accademie. Inaugurata durante l’evento, resterà aperta per un anno, ad accogliere ulteriori realtà che vogliano raccontare applicazioni di avanzate tecnologie, meglio se al servizio della persona.
L’evoluzione digitale segna il nostro tempo e la sua velocità ha un crescente impatto economico e sociale. Il Covid-19 ha accelerato cambiamenti radicali, verso un nuovo modo di vivere che produce diffidenza e sfiducia, e che lascia profonde cicatrici, anche psicologiche. Uno scenario che richiede risposte capaci di unire tecnologia e procedure di comportamento. E proprio questo è il modello di Secursat, società italiana di consulenza e servizi di sicurezza che utilizza l’analisi dei dati come driver per individuare nuovi modelli di business e prevenire e risolvere situazioni di crisi, che è sponsor dell’evento insieme ad Enel e Quattroemme Consulting, e presente con un suo spazio nella Fiera Virtuale. Il suo Ceo, Giuseppe Calabrese, racconterà il “modello Secursat” anche con un suo intervento, in programma il secondo giorno dell’evento. Per Calabrese: “Il digitale e la nostra vita ‘social’ ha richiesto la condivisione di dati personali, dapprima inconsapevolmente, poi più consapevolmente, ma senza che ci sia facile, o possibile, tirarci indietro. La velocità del cambiamento e una diffusa poca conoscenza dei maccanismi, ci ha resi per la maggior parte, da soggetti attivi ad oggetti: le nostre scelte sono monitorate, le nostre esperienze definitivamente registrate come prodotti da scambiare, agiamo in un mercato in cui navighiamo, ma che non governiamo. I comportamenti sorvegliati, i dati di molti accumulati nelle mani di pochi. I rischi di un controllo sociale subdolo attraverso il digitale cominciano ad essere sotto gli occhi se non di tutti, di molti. E l’evento di settembre che si interroga sulla pervasività dell’intelligenza Artificiale nella vita dell’Uomo e in rapporto all’Etica dei comportamenti e delle scelte lo dimostra”. “Ciò nonostante – per Calabrese – è sempre attraverso il digitale che da tali rischi si può pensare di difenderci. Le strategie economiche e politiche sono oggi inevitabilmente basate sull’analisi dei dati e dei comportamenti e su un uso non sempre trasparente della Rete. Quello che va perseguito è il seppur difficile equilibrio tra l’inevitabile uso dei dati ed il diritto di protezione delle sfere di diritti individuali e collettivi, della nostra privacy e della nostra sicurezza. Gli stessi strumenti digitali, l’intelligenza artificiale, le app possono, devono, diventare presupposto per la sicurezza, per un più facile scambio di servizi ed informazioni e per Immaginare e progettare, predire quasi, modelli per rendere il mondo più sicuro”.
Serve quindi, ancora una volta, un approccio culturale, prima che normativo e giuridico, per un corretto uso, e non abuso, dei dati. Una “cultura della sicurezza che riconosca la stessa importanza all’etica e alle competenze umane. Che lasci, in definitiva, l’ultima parola all’uomo e alle sue scelte. Ad un uomo correttamente informato e consapevole”.