“Il Contratto di servizio deve tenere conto non solo dell’evoluzione tecnologica dei media, ma anche delle nuove tendenze di consumo dell’informazione”: lo ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale Fnsi, intervenendo all’incontro dal titolo “Il contratto di servizio 2023-2028: una sfida per l’Italia”, svoltosi al Cnel e promosso da quest’ultimo insieme a Usigrai e sindacati. “Se è vero che la televisione rimane la fonte principale, è anche vero che sono in atto trasformazioni che vanno colte. Se si deve parlare alla generazione Z o ai Millennials bisogna andare sugli strumenti che i giovani usano per informarsi”, ha poi aggiunto.
Ma non solo televisione e strumenti di comunicazione al centro del dibattito (a cui hanno preso parte, tra gli altri, Alberto Barachini, presidente della commissione di vigilanza Rai; Tiziano Treu, presidente Cnel; Marinella Soldi e Carlo Fuortes, presidente e amministratore delegato Rai; Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi; Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti; Giacomo Lasorella, presidente Agcom): un ruolo primario ha assunto nel confronto anche l’informazione che, sempre secondo Lorusso, sta ormai “scivolando sempre più in basso”. “Il lavoro sta diventando sempre più un’emergenza sociale, anche nel settore dell’informazione” e le ragioni sono diverse e “comprendono anche la mancata riforma della governance del servizio pubblico. Pesano però anche la situazione del lavoro giornalistico e il fatto che i giornalisti siano sempre più fatti oggetto di minacce e di aggressioni. L’impoverimento del lavoro giornalistico è uno dei punti che sta facendo scivolare questo paese sempre più in basso nelle classifiche sulla libertà di stampa”.
Il presidente della Vigilanza, Alberto Barachini ha espresso, a tal proposito, l’auspicio di “riuscire con questa governance a migliorare la qualità informativa” e puntato i riflettori sull’altro grande tema al centro del dibattito: la visione di “quello che deve essere il servizio pubblico nei prossimi anni. Le risorse – ha incalzato – sono fondamentali, cosa fare con le risorse è altrettanto importante”.In autunno, quando ci sarà una bozza del nuovo Contratto, è previsto un secondo incontro per approfondire i temi del documento che definirà gli impegni che la Rai sarà chiamata ad assolvere nei prossimi cinque anni. “Lì si potrà vedere se le nostre preoccupazioni avranno trovato o meno adeguate risposte”.
di Matteo Cotellessa
Giornalista Mediaset e cultore della materia di Diritto dell’informazione e Diritto europeo dell’informazione con il Prof. Ruben Razzante (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), fondatore del portale www.dirittodellinformazione.it