Il Gruppo di lavoro internazionale sulla protezione dei dati nella tecnologia, il cosiddetto “Gruppo di Berlino”, ha pubblicato un documento di lavoro sulle “Smart Cities”, alla cui stesura ha partecipato anche il Garante della Privacy italiano.
Il gruppo, composto da rappresentanti di Autorità europee ed extra-europee, di organismi internazionali ed esperti di tutto il mondo, ha deciso di indirizzare parte del proprio tempo ed energie alla creazione di linee guida per lo sviluppo delle città del futuro, sempre più digitalizzate e integrate con le avanguardie tecnologiche. Tutto questo per semplificare e migliorare la vita dei cittadini.
Il Gruppo ha evidenziato che, nel cammino verso città “intelligenti” o “connesse”, l’introduzione di nuove tecnologie o l’adozione di nuovi trattamenti di dati pre-esistenti, richiede una significativa governance per evitare rischi per i diritti e le libertà delle persone. Qui si inserisce la creazione del documento citato in apertura, che ha l’obiettivo di fornire un supporto alle amministrazioni locali, fornitori di servizi ed autorità di regolamentazione per definire soluzioni rispettose della protezione dei dati personali nelle smart cities.
Tra le raccomandazioni, figura anzitutto la minimizzazione dei dati. I dati personali di cui si entra in possesso devono essere limitati a quelli necessari per la finalità specifica per la quale vengono raccolti. La seconda raccomandazione riguarda la pseudonimizzazione e cifratura dei dati. In pratica, è necessario che le informazioni personali vengano crittografate per evitare che possa essere possibile un’identificazione dell’individuo. Terza raccomandazione riguarda la trasparenza dei dati. Le persone devono essere informate in modo chiaro e trasparente sui dati personali che vengono raccolti e su come vengono utilizzati.
L’ultimo requisito, che non può mai mancare, è la partecipazione delle persone, che devono avere il diritto di accedere, modificare o eliminare i propri dati personali.
Il documento fornisce anche alcuni esempi di come queste raccomandazioni possono essere applicate nella pratica. Uno dei casi proposti riguarda l’analisi degli spostamenti dei passeggeri connessi al wi-fi di un’azienda dei trasporti di Londra. Il progetto, realizzato attraverso l’immediata pseudonimizzazione dei dati personali degli utenti, ha permesso di monitorare l’affollamento delle stazioni della metro, senza violare la privacy dei passeggeri.
In conclusione, il documento di lavoro del Gruppo di Berlino, grazie alla profonda attenzione riservata ai temi della privacy dei dati, rappresenta un importante contributo per lo sviluppo di smart cities rispettose dei diritti e delle libertà delle persone.
SF