L’edizione 2021 del “Fit for the Future” di Vodafone si è focalizzata sulle modalità con cui le imprese stanno gestendo le sfide di business, tecnologiche e sociali emergenti dovute al post pandemia e di come questi metodi abbiano contribuito ad affermarne il successo. L’indagine è stata condotta su oltre 2500 aziende di tutte le dimensioni in 11 Paesi: Portogallo, Spagna, Regno Unito, Sud Africa, Stati Uniti, Cina, India, Germania, Italia, Paesi Bassi e Irlanda.
Le caratteristiche che definiscono le aziende “Fit for the Future”, ovvero adatte al futuro, sono: l’attitudine positiva al cambiamento, l’apertura alle nuove tecnologie, l’adattabilità ai nuovi trend attraverso la capacità di competere nei nuovi mercati, ma anche una strategia chiara sui propri obiettivi di trasformazione. Secondo il report di Vodafone Business, la percentuale di queste imprese è pari al 21% delle micro imprese (da 2 a 9 dipendenti), al 25% delle piccole (meno di 50 dipendenti), al 24% delle medie (fino a 250 dipendenti) e al 21% delle grandi imprese (più di 250 dipendenti).
Queste aziende sono dotate di capacità di reazione al cambiamento ed agli imprevisti, sono maturate dal punto di vista della trasformazione digitale e sono anche attente alla sostenibilità. Infine hanno particolari attenzioni nei confronti dei dipendenti, i quali beneficiano di maggiore flessibilità in termini di luogo di lavoro e di maggiori aspettative di lavorare con libertà ed autonomia.
In Italia solo poco più di un’azienda su cinque (21%) si ritiene “Fit for the Future”. Di queste, l’82% ha sviluppato almeno un piano per la trasformazione digitale e il 59% sta accelerando i propri piani di trasformazione digitale dopo la pandemia, contro percentuali per le imprese in generale che invece si attestano rispettivamente al 54% e al 38%. Nove imprese Fftf italiane su dieci si dicono preparate ad affrontare rischi e imprevisti.
Il report conferma infine come le aziende “Fit for the Future” italiane siano in grado di soddisfare le richieste e le esigenze dei propri clienti, ponendo attenzione a temi come la sostenibilità (“assolutamente necessaria” per il 39% delle aziende) e all’incremento della spesa Esg e Csr per il prossimo anno (60%).
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