Grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale (AI), un team di ricerca coordinato dalla McMaster University e dal Massachusetts Institute of Technology ha scoperto in sole due ore un antibiotico che potrebbe essere utilizzato per combattere il superbatterio Acinetobacter baumannii, identificato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come uno dei batteri resistenti agli antibiotici più pericolosi al mondo. Questo importante risultato è stato pubblicato su Nature Chemical Biology.
A. baumannii è un agente patogeno notoriamente difficile da sradicare e resistente ai farmaci. È capace di prelevare il DNA da altre specie di batteri, inclusi i geni della resistenza agli antibiotici. Questo batterio si trova principalmente negli ambienti ospedalieri, dove può sopravvivere sulle superfici per lunghi periodi, causando gravi infezioni come polmonite, meningite e altre complicazioni che possono portare alla morte dei pazienti.
I moderni approcci di apprendimento automatico, a differenza dei tradizionali metodi per trovare nuovi antibiotici contro i superbatteri, consentono di accedere a centinaia di milioni di molecole con proprietà antibatteriche, velocizzando l’identificazione di nuove classi di farmaci. Nel recente studio, i ricercatori hanno utilizzato un algoritmo di AI addestrato per valutare le caratteristiche chimiche associate all’inibizione della crescita di A. baumannii. Tra circa 7.000 potenziali composti, l’algoritmo ha identificato una nuova molecola promettente.
Secondo Jonathan Stokes, autore dello studio, “questo lavoro conferma i vantaggi dell’apprendimento automatico nella ricerca di nuovi antibiotici”. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale permette di cercare più rapidamente e aumenta significativamente le possibilità di scoprire molecole antibatteriche fondamentalmente nuove.
Il nuovo antibiotico si è dimostrato promettente sia nei test di laboratorio che su modelli animali. La sua particolarità risiede nel fatto che prende di mira esclusivamente A. baumannii. Questa caratteristica è cruciale, poiché riduce le probabilità che il patogeno sviluppi rapidamente la resistenza ai farmaci, aprendo la strada a trattamenti più precisi ed efficaci. A differenza degli antibiotici ad ampio spettro, che uccidono tutti i batteri, incluso quelli del microbioma intestinale, il nuovo antibiotico ha il potenziale per fornire un trattamento mirato e limitare gli effetti collaterali.
Stokes sottolinea che “gli antibiotici ad ampio spettro non sono ottimali e i patogeni hanno la capacità di evolversi e adattarsi a ogni trucco che lanciamo”. L’intelligenza artificiale offre quindi l’opportunità di accelerare la scoperta di nuovi antibiotici in modo significativo e a un costo ridotto.
L’importanza di questa scoperta non si limita al trattamento di A. baumannii, ma apre la strada alla scoperta di antibiotici efficaci anche per molti altri batteri multi-resistenti. Grazie all’intelligenza artificiale, i ricercatori potranno affrontare la crescente minaccia della resistenza agli antibiotici in modo più rapido ed efficiente, offrendo speranza nella lotta contro i batteri pericolosi per la salute umana.
In conclusione, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella scoperta di nuovi antibiotici si dimostra una promettente strategia per contrastare la resistenza antimicrobica. La ricerca coordinata dalla McMaster University e dal Massachusetts Institute of Technology ha aperto nuove prospettive per affrontare il superbatterio A. baumannii e potenzialmente molti altri batteri resistenti agli antibiotici.
(F.S)