Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti dei Corecom regionali attraverso interviste su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e del sistema dei media.
Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente del Corecom Sicilia, Andrea Peria Giaconia.
- Secondo i dati presentati da “Save the Children”, la Sicilia è prima tra le regioni italiane per i fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Secondo Lei a cosa è dovuto questo triste primato? Il Corecom sta lavorando ad attività di informazione e comunicazione nelle scuole per analizzare il fenomeno anche dal punto di vista sociologico?
Il dato relativo alle vittime degli atti di cyberbullismo (ragazzi tra 11 e 13 anni), estratto dalla 15° edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia “Tempi digitali” di Save the Children, che pone Sicilia e Campania (entrambe con il 16,2 %) al vertice della assai poco edificante “classifica” delle regioni italiane, è chiaramente la spia di un fenomeno che va affrontato con lucidità di analisi e giusta reattività. Non è cioè questione che può essere liquidata con interventi spot o di maniera richiedendo, piuttosto, un lavoro costante – che richiederà inevitabilmente del tempo -, un impegno assoluto e la spendita di una virtuosa alleanza tra agenzie primarie (a cominciare da famiglia e scuola) e Istituzioni.
È un processo culturale, nel senso più autentico del termine, che richiede interventi sinergici e un autentico “gioco di squadra”. In tal senso la Regione Siciliana, che dal 2021 si è dotata di una legge specificamente dedicata agli “Interventi per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo sul territorio della Regione”, nei mesi scorsi ha anche dato vita ad un progetto sperimentale – che in un successivo step vedrà anche il coinvolgimento del Corecom – che vedrà complessivamente la partecipazione di Istituti scolastici statali del primo e secondo ciclo di istruzione. Il Corecom Sicilia vuol continuare a essere tra i protagonisti di questa virtuosa alleanza: non a caso nel piano delle attività programmatiche del 2024 i temi della media education e dell’alfabetizzazione digitale – strettamente connessi ad un’efficace azione di contrasto e prevenzione del cyberbullismo – sono assolutamente centrali. Tra le diverse azioni in cantiere (che dunque andranno a sommarsi a quelle collettive nelle scuole alle quali ho fatto prima riferimento) abbiamo messo anche l’utilizzo degli spazi di comunicazione dei Programmi dell’accesso Rai, la realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione attraverso il sistema dei media territoriali, la predisposizione di un camper che, facendo tappa in tutte le nove province dell’Isola, diventi il punto di riferimento fisico nelle diverse aree della Sicilia di una campagna educativa sul corretto utilizzo della rete e dei social. Quanto, infine, alle possibili cause del “primato” siciliano, non essendo un sociologo e non avendo competenze specifiche per indagare in maniera corretta su questo fenomeno, mi rifaccio al mio modo di sentire e al mio essere genitore. Su questi dati più che i nostri figli abbiamo da riflettere noi padri, madri, educatori, insegnanti che, dopo aver avuto un’esistenza “analogica”, ci siamo trovati costretti a costruirci competenze digitali che i più giovani sembrano invece avere già nel loro DNA.
È un gap che dobbiamo colmare se vogliamo essere guida ed esempio per i nostri ragazzi senza lasciare che si rinchiudano, da soli, nel loro mondo virtuale parallelo dove tutto scorre sullo schermo di uno smartphone o di un tablet.
- Il cyberbullismo non è però l’unica tematica che tiene banco: la web reputation è un tema ancora troppo poco esplorato. In che modo la web reputation influisce sullo sviluppo personale e professionale dei giovani? Quali consigli fornisce il Corecom per imparare gestire in modo efficace la propria presenza online al fine di costruire una reputazione positiva e duratura?
Mi piace partire da un termine: consapevolezza. Penso che sia veramente la chiave di volta su cui si regge l’intero edificio della vita di ciascuno. Avere ben chiaro che ogni azione si riflette, in misura maggiore o minore, su quella che è la percezione che gli altri hanno di noi è fondamentale. Vale nella vita reale e vale, a maggior ragione, nel mondo virtuale. La rete, infatti, ha la memoria di un elefante: dichiarazioni e commenti inappropriati, fotografie e video imbarazzanti, si stratificano negli angoli più remoti del web dal quale però, anche a distanza di tantissimo tempo, possono saltare fuori tornando ad avere una nuova vita autonoma. Ecco dunque che aiutare i più giovani a gestire con consapevolezza anche la loro “vita” sul web e sui social è fondamentale.
Il Corecom Sicilia con le proprie attività – incontri nelle aule (ma non solo in ambito scolastico) e campagne di informazione e sensibilizzazione che coinvolgono esperti e testimonial – invita i ragazzi a consumare il loro tempo sulla rete in maniera consapevole. Ciò vuol dire, anche, esplicitare bene che quel “tutto e ora”, che sembra essere una sorta di imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre nel momento di condividere un post o un’immagine, ha in effetti molte ragionevoli e vantaggiose alternative.
Così il consiglio principale che diamo è quello di porsi una domanda prima di postare qualcosa: tra un mese, tra un anno, tra dieci anni, avrei ancora piacere a vedere circolare sul web questo mio post o questa mia foto o questo mio video? In ogni nostra iniziativa, quasi fosse un mantra, ricordiamo ai più giovani che stare online con la dovuta consapevolezza vuol dire proteggere al meglio uno dei beni più importanti che abbiamo, la nostra reputazione. Il rischio, altrimenti, è che quella foto inopportuna o quel commento che avremmo benissimo potuto evitare (e lo avremmo evitato se solo ci fossimo attardati un istante di più non fermandoci all’oggi ma spingendo un po’ lo sguardo in avanti) saltino fuori nel momento meno opportuno, magari a ridosso di un colloquio di lavoro o in occasione di un altro evento importante. Anche in questo modo ciascuno contribuisce a costruire la propria buona reputazione digitale, tenendo comportamenti rispettosi verso gli altri e verso sé stessi.
- Il Corecom Sicilia, su specifica delega dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), monitora le trasmissioni radiotelevisive in ambito locale in alcuni campi specifici. Può indicarci quali sono questi ambiti e quali sono le azioni che intraprende il Corecom per assolvere a tale impegno? In particolare, quando i cittadini possono rivolgersi al Corecom se ritengono di avere subito una lesione di interessi? Quali sono i potenziali rischi associati alla pubblicità ingannevole trasmessa in televisione e come si potrebbe educare il pubblico, in particolare i consumatori più giovani, a riconoscere e proteggersi da pratiche pubblicitarie scorrette, promuovendo così una visione più consapevole e critica dei messaggi pubblicitari?
Quello dell’attività di media monitoring è certamente una delle funzioni delegate da Agcom che assorbe maggior impegno. Uno de primi passi compiuti da questo Comitato che si è insediato poco più di quindici mesi fa è stato quello di mettere mano alle attività di monitoraggio anche perché, nel frattempo, completato prima il processo di refarming e, quindi, ultimato il passaggio al nuovo standard DVB T2, il numero complessivo delle emittenti televisive territoriali si è attestato nell’ordine di 72.
Il Comitato all’unanimità ha deciso di recidere il vecchio rapporto con le strutture decentrate territoriali dell’allora Mise affidando il servizio di monitoraggio a un’azienda ad elevata specializzazione (per altro scelta in precedenza anche da diversi altri Comitati regionali per le comunicazioni) dotata delle necessarie professionalità e know how. Parallelamente è stato individuato un nuovo criterio sulla base del quale procedere all’individuazione, mediante sorteggio, il 30% delle emittenti televisive da sottoporre a monitoraggio. L’obiettivo che ci siamo dati riformulando il criterio di composizione del campione di emittenti delle quali controllare una settimana-tipo di programmazione a è di aver modo, nell’arco del quinquennio durante il quale il Comitato, che ho l’onore di guidare resterà in carica, di sottoporre a monitoraggio, almeno una volta, ognuna delle emittenti televisive siciliane. Il controllo verte, essenzialmente, su quattro aspetti: obblighi di programmazione e garanzie dell’utenza; rispetto del pluralismo socio-culturale; tutela dei minori; posizionamento della pubblicità. Oltre a questi, l’azione di monitoraggio fornisce tutta una serie ulteriore di dati estremamente utili quali, ad esempio, quelli relativi ai tempi dedicati ai diversi esponenti istituzionali e/o delle forze politiche del territorio di riferimento (elementi particolarmente importanti in periodi elettorali ); il tempo dedicato ai diversi argomenti trattati (cronaca, salute, sicurezza, ambiente sport, cultura, giustizia, istruzione, finanza, ecc…); la rappresentanza di genere. Al di fuori del routinario controllo annuale obbligatorio, chiunque può segnalare via PEC anomalie o irregolarità. In materia pubblicitaria è bene specificare che il monitoraggio di competenza del Corecom fa essenzialmente riferimento al rispetto delle fasce di trasmissione (il così detto affollamento pubblicitario) mentre per quel che concerne i contenuti – al netto di ciò che a più ampio raggio rientra nel capitolo della tutela dei minori – profili come quelli della pubblicità ingannevole rientrano in maniera più pregnante nella sfera di competenza dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Qui, infine, ritengo utile ricordare – per affinità – il recente varo da parte dell’AgCom delle linee guida volte a garantire in materia di comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport, il rispetto da parte degli influencer con almeno un milione di follower e i cui contenuti generino almeno il 2% di reazioni (like, condivisioni, ecc…) delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi con la previsione di un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento di quanto pubblicato. Altri fronti sui quali i Corecom, organi funzionali territoriali dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, sono pronti a dare il nostro contributo.
- Considerando la rapida evoluzione delle tecnologie, in che misura il Corecom ritiene che l’Intelligenza Artificiale possa effettivamente contribuire a migliorare la qualità e l’affidabilità delle notizie, agendo allo stesso tempo come strumento efficace per affrontare le sfide associate alla diffusione di notizie false e informazioni fuorvianti?
Quella dell’Intelligenza Artificiale è certamente una delle frontiere più affascinanti da esplorare in questo scorcio di inizio millennio nel pianeta-informazione. Trattandosi di sistemi informatici che simulano il pensiero umano ed essendo “macchine” basate sull’autoapprendimento (ML, machine learning), ecco che uno dei primi nodi è rappresentato dal come “alimentiamo” questa Intelligenza Artificiale. Il tema è quello del data setting: da dove prendiamo i dati che saranno utilizzati e che, processati a loro volta, diventeranno elementi dell’operazione di autoapprendimento? E’ intuitivo che tanto più “alimenteremo” la macchina con dati verificati e corretti tanto più avremo risposte verificate e corrette. E il tema della verifica, anzi di una verifica accurata, in materia di informazione è praticamente tutto! E’ chiaro che ci fa sobbalzare l’idea di avere testi, articoli e servizi prodotti non più dall’intelligenza umana ma da quella artificiale, ma è altrettanto vero che in alcuni ambiti le “macchine” in redazione sono già presenti e certo non da oggi.
Liberare il pensiero umano da una serie di incombenze ripetitive, compiti che i computer riescono a svolgere in tempi infinitamente più celeri non è certamente un male. Oggi, ad esempio, quale ingegnere preferirebbe fare complicatissimi calcoli strutturali con carta e penna rinunciando a ciò che programmi informatici sempre più sofisticati e performanti riescono a garantire oltretutto in pochissimo tempo e con assoluta precisione? E’ evidente che l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale associata alla produzione di contenuti di informazione apra innegabilmente la porta a questioni etiche e deontologiche quanto mai complesse mostrando un altro nervo scoperto, quello del controllo. Chi sta seduto nella stanza dei bottoni? Temi caldissimi, argomenti delicati che non giustificherebbero, comunque, un atteggiamento di pregiudiziale chiusura. Ciò che fa la differenza è la conoscenza: studiare e comprendere aiuterà a utilizzare in maniera consapevole le innumerevoli opportunità che l’AI offre già oggi e offrirà in misura ancora maggiore in futuro. Vale in tutti i campi e, se possibile, in misura ancora maggiore in un ambito assai delicato qual è quello dell’informazione di qualità. “Macchine” ben alimentate e addestrate potranno, ad esempio, essere preziose alleate dell’intelligenza e dell’intuito umano per scovare e smascherare fake news, contrastare la disinformazione sistematica e rompere il contagio della misinformation.