Da febbraio è attiva la piattaforma Piracy Shield, ideata per contrastare la pirateria online e in particolare la diffusione illegale di partite di calcio, film e altri contenuti protetti dal diritto d’autore su siti non autorizzati. Commissionata dalla Lega Calcio Serie A e regolata dall’AGCOM, questa piattaforma sta già mostrando i primi problemi, bloccando i siti sbagliati.
L’irrigidimento dei regolamenti contro la pirateria è dovuto alla “legge anti-pezzotto”, così chiamata dal nome di un diffuso sistema illegale usato per vedere le partite di calcio senza pagare abbonamenti a DAZN o Sky, sistema che sembra notevolmente aumentato negli ultimi due anni.
Le aziende detentrici dei diritti d’autore hanno un ruolo centrale nella gestione di Piracy Shield, dovendo segnalare alla piattaforma i contenuti trasmessi senza autorizzazioni, con allegate prove video. Il sistema segnala quindi automaticamente i siti illegali agli operatori di telecomunicazioni, che hanno 30 minuti per procedere all’oscuramento.
Tuttavia, a due settimane dalla partenza della piattaforma, sono già stati bloccati dei siti che non hanno violato il copyright o svolto attività illegali. La causa è l’ambiguità creata dagli indirizzi IP condivisi dai “siti innocenti” con i portali nel mirino di Piracy Shield.
Secondo quanto riportato dalla testata DDAY, tra gli indirizzi coinvolti ce ne sono alcuni connessi alla content delivery network di Zenlayer, fornitore americano di servizi cloud.
Anche se legali, i siti sono stati oscurati a causa dell’automatizzazione del passaggio tra segnalazione e blocco dei siti, in cui manca il controllo in caso di corrispondenza non univoca degli indirizzi IP. Per uscire dall’oscuramento, questi siti devono presentare ricorso entro cinque giorni.
M.T.