Il mercato digitale italiano – che comprende informatica, telecomunicazioni, contenuti digitali ed elettronica di consumo – è in crescita, ma al di sotto delle sue potenzialità. Ci sono alcune criticità che ne ostacolano il decollo. Nel triennio 2019-2021 si prevede un tasso medio annuo di crescita pari al 2,8%.
Sono valutazioni contenute nell’edizione 2019 del rapporto “Il Digitale in Italia”, elaborato da AnitecAssinform, in collaborazione con NetConsulting cube. Il 2018 – quarto anno consecutivo di ripresa del mercato – si è chiuso in crescita del 2,5%. Secondo il report, lo scarto fra le dinamiche delle componenti più consolidate e le dinamiche delle componenti più innovative si accentuerà. Le stime sono frutto della continuità degli investimenti in reti di comunicazione ad alta capacità, dei programmi Impresa 4.0 e di quelli di ammodernamento della PA ma, pur dando conto di una trasformazione digitale avviata, evidenziano il profilo di un Paese ancora ai margini di un ammodernamento necessario per continuare a creare valore e occupazione. Emerge così l’urgenza di elaborare politiche ad hoc. Le componenti più innovative (dette anche Digital Enabler, per le possibilità che offrono) da qui al 2021 sono: Internet of Things, con tassi medi annui di crescita del 14,2%; Cybersecurity con +13,9%; Cloud con +22%; ambito Big Data con +14,7%.
In fortissima crescita anche lntelligenza Artificiale e Blockchain, pur con valori di partenza contenuti. Guardando ai settori d’utenza, sempre in termini di crescite medie annue da qui al 2021, si conferma il ruolo trainante di Banche (+4,8%), Industria (+5,2%), Distribuzione (+5,1%) e Utility (+5,1%), cui si aggiungono anche Assicurazioni (+5,1%) e Trasporti (+3,9%). Ed è stimato anche in miglioramento il trend del settore pubblico (+0,6% per la PA Centrale, +1,3% per la PA Locale).