Per ora Camilla si limita a dare informazioni su CSI Piemonte e sulle sue attività, ma rappresenta solo la prima versione di una tecnologia che nei prossimi anni potrebbe assistere i cittadini nell’uso di tutti i principali servizi pubblici digitali.
Camilla, infatti, è in costante aggiornamento e uno dei suoi possibili impieghi pare essere quello dell’accoglienza nella sede di CSI, dove la meta-human concierge risponderebbe alle domande dei visitatori e fornirebbe informazioni. Pietro Pacini, direttore generale di CSI Piemonte, a questo proposito ha dichiarato che il prototipo ha già “suscitato l’interesse di molti nostri consorziati, che hanno fatto richiesta per poterlo usare nelle loro strutture. Potrebbe rendere accessibili i servizi ai cittadini 24 su 24, sette giorni su sette”.
L’avvento dell’AI generativa sembra avere il potenziale di rivoluzionare anche il mondo della Pubblica Amministrazione (PA) ed il modo in cui i servizi pubblici digitali vengono progettati, erogati e fruiti. Grandi promesse, che però fanno i conti con grandi sfide, perché la PA deve garantire standard di sicurezza elevati ai cittadini e quindi non puo’ permettersi le cosiddette allucinazioni (rappresentazioni distorte della realtà) o i bias (pregiudizi algoritmici) in cui possono cadere le AI generative.
Camilla rende evidente come uno dei principali impieghi dell’AI generativa nel contesto della PA riguardi l’interazione non solo con i cittadini, ma anche con i funzionari pubblici e gli esperti del settore. Questi ultimi potrebbero sfruttare la nuova tecnologia come un prezioso supporto nella ricerca di informazioni e nella successiva validazione degli output. Inoltre, si puo’ pensare di sviluppare una concierge che risponda in diverse lingue, compreso il linguaggio dei segni.
In generale, l’applicazione dell’AI generativa all’interno della PA ha l’obiettivo di ottimizzare il funzionamento dell’apparato pubblico automatizzando la generazione di contenuti/documenti, riducendo i tempi di esecuzione delle attività ripetitive e minimizzando gli errori.
Mentre in Europa i tempi dell’AI Act si dilatano, la via è illuminata dai riferimenti normativi esistenti. Per quanto riguarda la privacy e la tutela dei dati, il faro rimane per tutti il Gdpr. Inoltre, in Italia l’AI deve considerare sia le Linee guida di design per i siti e i servizi digitali della Pubblica Amministrazione, sia il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino.
Quella che rimane ancora aperta, soprattutto nel settore pubblico, è la questione etica. È infatti necessario porsi delle domande su come e quanto i sistemi di AI possano contribuire al bene della collettività. Solo così sarà possibile integrare all’interno dei sistemi quei valori etici che devono essere presenti in ogni fase di utilizzo delle nuove tecnologie.
M.M.