Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti degli Ordini regionali dei Giornalisti attraverso interviste su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e della professione giornalistica.
Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, Giuliano Gargano.
- In che modo l’Ordine sostiene i giornalisti nella regione nel contrastare la diffusione di fake news, e quali iniziative promuove per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della verifica delle informazioni?
In un’epoca in cui l’informazione è così diffusa e globale, il contrasto alle fake news è un obbligo ma anche un impegno immane. In particolar modo sulla rete, la circolazione delle notizie è incontrollabile, ma soprattutto è ormai difficilissimo selezionare una fonte affidabile da una che non lo è. Per restare nel mondo “social”, il fatto che quasi tutte le piattaforme permettano di comprare la cosiddetta “spunta blu” che prima identificava i soli profili selezionati e verificati, rende ancora più arduo riconoscere le fonti. Emerge per fortuna, specie negli incontri con gli studenti, una consapevolezza della questione: i giovani sono più sensibili e più avvezzi a distinguere una notizia verificata da una bufala. L’invito è a confrontare più voci, a non affidarsi ad una sola fonte, a crearsi una rete di riferimento plurale. Per i colleghi, vige il primo dettato del Testo deontologico: il giornalista “ricerca, raccoglie, elabora e diffonde con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti”.
- Come l’Ordine dei Giornalisti del Veneto affronta e sostiene i giornalisti nella regione che si trovano ad affrontare querele temerarie, e quali risorse o linee guida vengono fornite per proteggere la libertà di stampa e la reputazione dei professionisti dell’informazione?
È un lavoro spesso oscuro, ma continuo. L’Ordine prende continuamente posizioni pubbliche a tutela della professione, della libertà di stampa e contro le azioni intimidatorie nei confronti dei giornalisti. Giusto per citare un esempio, l’incontro con il procuratore generale di Venezia sull’applicazione del cosiddetto decreto Cartabia. Trattandosi di leggi e norme nazionali, è poi in ultima istanza il CNOG a farsi portatore, nei confronti del legislatore, della richiesta di modifica di provvedimenti che ostacolano il lavoro giornalistico. È di qualche tempo fa il documento dei presidenti degli Ordini regionali dei giornalisti – Veneto compreso – a sostegno della preoccupazione espressa dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Fnsi per le minacce al diritto di cronaca che derivano dall’approvazione dell’emendamento Costa alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare.
- Considerando l’evoluzione del giornalismo digitale, come l’Ordine dei Giornalisti del Veneto affronta l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale nel processo informativo e quali principi guida vengono promossi per garantire un utilizzo etico e responsabile di questa tecnologia?
Come è stato detto da tanti negli ultimi mesi, più che dell’Intelligenza Artificiale bisogna avere timore della stupidità umana. Bisogna sfatare un mito: l’AI è uno strumento che va utilizzato con criterio e che può agevolare il lavoro giornalistico e che non è destinata a sostituirlo. I campi di applicazione sono molteplici e va fatta una formazione di qualità che illustri ai colleghi le potenzialità e i limiti. Più in generale, occorrerà una riflessione sulle implicazioni che potrà avere l’Intelligenza Artificiale sul diritto d’autore, sulla difesa dell’originalità del lavoro giornalistico e sulla responsabilità editoriale.
- Quali sono le raccomandazioni dell’Ordine per i giornalisti veneti riguardo alla gestione delle informazioni sensibili e alla tutela della privacy, specialmente in un contesto in cui la tecnologia gioca un ruolo sempre più centrale nel giornalismo contemporaneo?
Cambiano gli strumenti di comunicazione, ma non le norme deontologiche, che in questo caso sono precise e puntuali. L’allegato 1 al Testo unico dei doveri del giornalista continua ad essere il riferimento per svolgere in modo corretto la professione. Sembra banale dirlo, ma è sempre meglio ricordare che, soprattutto sulla rete, il raggio di diffusione è potenzialmente infinito. Tenere presente questa dimensione e anche il diritto all’oblio, anch’esso tutelato dalla carta deontologica, è fondamentale.