Diritto d’autore e Intelligenza Artificiale: interferenze tra tutele giuridiche e soluzioni tecnologiche è il titolo della tesi. L’obiettivo di ricerca di questo studio è stato analizzare l’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sul diritto d’autore all’interno del settore editoriale e il possibile sviluppo futuro.
La tesi si articola in due fasi principali: la revisione della letteratura e l’analisi. La prima parte è stata fondamentale per delineare il campo d’azione all’interno del quale svolgere la successiva ricerca e per individuare le questioni centrali del dibattito.
Nella seconda parte, invece, è stata condotta una prima indagine estensiva quantitativa di tipo desk la quale ha esaminato tredici vicende legali internazionali avvenute tra il 2023-2024, in termini sia di accuse di violazione di copyright sia di accordi di licenza stretti, consentendo così una visione bilanciata. Tali casi coinvolgevano da un lato la società di intelligenza artificiale OpenAI e dall’altro attori appartenenti al settore editoriale (testate giornalistiche, gruppi editoriali e singoli scrittori). Tutto ciò ha permesso la costruzione di una matrice di posizionamento, fondamentale per l’identificazione dei due casi studi contrapposti principali: l’accusa mossa dal New York Times nei confronti di OpenAI e Microsoft e l’accordo siglato tra il gruppo editoriale tedesco Axel Springer e OpenAI.
Successivamente è stata condotta un’analisi intensiva qualitativa volta a esplorare le dinamiche e le implicazioni delle due vicende giuridiche sul settore editoriale. Quest’ultima parte ha evidenziato come il medesimo strumento – ossia ChatGPT – possa essere declinato in maniera opposta, mettendo così in luce i due volti che l’intelligenza artificiale possiede. Da un lato, l’IA rappresenta una straordinaria opportunità, ad esempio per innovare i processi e migliorare l’efficienza; dall’altro pone delle sfide significative per il diritto d’autore nell’individuare delle soluzioni etiche ed equilibrate. Queste ultime andranno a definire nuove modalità di produzione, distribuzione e anche di relazione tra editori, autori e utenti finali.
Ciò che è risultato essere fondamentale è il raggiungimento di un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la tutela del diritto d’autore.
Infine, è stato condotto un approfondimento del possibile rapporto futuro tra l’intelligenza artificiale e il diritto d’autore andando a delineare quattro ipotetici scenari futuri in cui sono state analizzate le opportunità e i rischi legati all’utilizzo dell’IA nell’editoria. In tutti è apparso evidente come ci sia il bisogno di un approccio bilanciato che favorisca l’innovazione tecnologica senza però compromettere i diritti dei creatori e la qualità degli stessi contenuti. Un quadro normativo flessibile e chiaro può contribuire a garantire uno sviluppo sostenibile del’intelligenza artificiale nel settore creativo.
Uno degli scenari, quello denominato “Innovazione regolata”, è risultato quello più equilibrato perché consente uno sviluppo sostenibile dell’intelligenza artificiale mantenendo l’uomo al centro di ogni processo, conservando così l’autenticità e la qualità dei contenuti:
«Il secondo scenario si distingue per un elevato grado di adozione dell’’intelligenza artificiale, accompagnato da un alto livello di regolamentazione. Infatti, questa tecnologia è ampiamente utilizzata all’interno del settore editoriale per la creazione di contenuti. Tuttavia, il quadro normativo è caratterizzato da una rigidità e da una definizione chiara, garantendo una forte protezione per gli autori. Nello specifico, sarà possibile generare testi di elevata qualità e, in particolare, impiegare questi sistemi per assistere in attività come la correzione delle bozze. È previsto che i contenuti creati tramite questa tecnologia siano chiaramente segnalati; qualora venga utilizzato materiale protetto dai diritti d’autore per l’addestramento, sarà necessario remunerare il proprietario del contenuto».
È apparso evidente come l’intelligenza artificiale rappresenti una vera e propria rivoluzione in grado di trasformare profondamente e in modo irreversibile numerosi settori, con un effetto particolarmente significativo sull’industria editoriale.
L’importante è adottare un approccio proattivo, consapevole e responsabile, il quale permetta di bilanciare l’innovazione con la tutela delle persone e del lavoro creativo. La vera sfida è raggiungere un equilibrio tra una regolamentazione adeguata e il non eccesso, permettendo così di arrivare al cosiddetto “umanesimo digitale”, ossia porre l’uomo al centro di ogni processo, al fine di mantenere le persone le protagoniste del futuro. L’intelligenza artificiale dev’essere un amplificatore delle azioni virtuose dell’uomo, un elemento competitivo e contribuire all’aumento delle stesse competenze, supportando e non sostituendo l’ingegno creativo:
«[…] anche le previsioni più ottimistiche concordano sull’importanza di mantenere centrale il contributo umano sia nella produzione sia nella supervisione dei contenuti generati. Questo principio è sostenuto anche dall’insegnamento del test di Turing, secondo cui il superamento del test non risiede tanto nella risposta fornita dalla macchina, quanto piuttosto nella domanda formulata dall’essere umano, evidenziando l’importanza del giudizio critico proprio dell’uomo».
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