Dopo Meta, Twitter, Amazon e Microsoft anche LinkedIn decide di ridurre i posti di lavoro. I progressi tecnologici stanno modificando il comportamento dei clienti causando una crescita dei ricavi più lenta per l’azienda. Il CEO Ryan Roslansky, in una lettera, ha per questo annunciato che la decisione vuole rispondere alle condizioni economiche globali per rendere il business più agile. “Con il mercato e la domanda dei clienti che fluttuano e per servire i mercati emergenti in modo più efficace, stiamo espandendo l’uso dei fornitori”, ha affermato il Ceo di LinkedIn. “E stiamo anche riducendo i ruoli di management per prendere decisioni più rapidamente”, ha aggiunto.
L’azienda subirà cambi importanti: i team di prodotto e ingegneria diventeranno responsabili della roadmap tecnologica dell’azienda, il team di produttività aziendale invece sarà gradualmente eliminato e integrato in altre parti dell’azienda. “Abbiamo appreso che dobbiamo riorganizzarci per una maggiore agilità e crescita nel FY24 e oltre e ci concentriamo su tre temi: riorganizzare il modo in cui il lavoro viene svolto, diventare più agili e allineare i nostri team per la crescita”, ha detto Roslansky.
LinkedIn è stata una delle poche società tecnologiche statunitensi a gestire un social media in Cina, un Paese in cui Internet è fortemente censurato, introducendo InCareer cioè una versione domestica della piattaforma, gestita localmente, per conformarsi alle regole. Tuttavia, nonostante il successo nell’ultimo anno, la forte concorrenza e il clima macroeconomico difficile hanno portato alla decisione di chiudere la piattaforma.
In un anno finanziariamente molto difficile per le Big Tech, i licenziamenti possono essere visti come un modo per essere più appetibili sul mercato finanziario. I tagli infatti hanno fatto salire le azioni delle società. Quindi, come ha spiegato l’analista di Wedbush Daniel Ives a Forbes, i licenziamenti costituiscono il “primo grande passo nella stabilizzazione dei titoli in difficoltà”, soprattutto dopo le ambiziose assunzioni durante la pandemia. Agli occhi degli investitori, infatti, i licenziamenti potrebbero essere non il sintomo di un’azienda in difficoltà, ma un segnale positivo per una realtà che intende rimanere redditizia e appetibile sul mercato.
(C.D.G.)