Si sente ormai da tempo parlare dei vantaggi dell’intelligenza artificiale; degli svantaggi si parla invece relativamente poco. La domanda sorge però spontanea: se la tecnologia continuerà a fare passi da gigante, se tutto potrà essere programmato, ricreato, se l’IA darà risposte ad ogni dubbio, che ruolo avrà la nostra personalissima immaginazione?
In molti ricorderanno i tempi dei cartoni animati. Basta chiudere gli occhi e ripensare ai pomeriggi passati davanti alla tv tornando da scuola. Immediatamente potrebbero riaffiorare alla mente tantissimi ricordi, possiamo ripensare alle immagini, ai colori, alle voci che quei cartoni ci regalavano.
Allora non potevamo saperlo, anzi, ci saremmo persi gran parte della magia, ma le voci erano quelle di bravissimi doppiatori che rendevano unici i personaggi della nostra infanzia. D’altra parte, l’Italia è da sempre uno dei Paesi dove si doppia praticamente tutto e molto, molto bene. Almeno finora. Perché da qualche tempo il settore, specie a Milano, sta vivendo una profonda crisi: gli storici studi stanno chiudendo, le produzioni si spostano a Roma. Le condizioni di lavoro peggiorano, il precariato si fa sempre più spinto e incombe la concorrenza dell’intelligenza artificiale che replica la voce umana. È il futuro.
Ma se i cartoni, i film, le soap hanno lo scopo di far andare per un momento oltre la realtà, di far pensare e immaginare, cosa ne sarà in un imminente futuro? Saremo davvero disposti a far immaginare una macchina al nostro posto?
Per molti potrebbe essere una comodità, sicuramente però eliminerà del tutto quel poco di possibilità di sognare che ci rimane.
(G.S)