Lo sviluppo tecnologico e un mondo sempre più segnato dal digitale hanno sicuramente cambiato il nostro modo di vivere, permettendoci ad esempio in momenti come quello della recente emergenza sanitaria di continuare le nostre attività e rimanere aggiornati quotidianamente su ogni singolo sviluppo.
Fatta questa dovuta premessa, è altrettanto vero come i dispositivi tecnologici spesso influenzino eccessivamente la nostra vita, diventandone parte integrante e predominante e spingendoci a rimanere costantemente connessi sul web senza riuscire a distaccarcene.
È questo il fenomeno dell’iperconnessione, sempre più diffuso e “demone” principale del mondo digitale odierno, soprattutto tra i giovani.
La conseguenza più immediata e preoccupante di questo fenomeno è l’isolamento sociale, che porta a distaccarsi dal mondo reale e dalle relazioni con i propri coetanei, salvo mediazione appunto degli strumenti tecnologici.
I casi più gravi vedono una totale apatia verso attività e relazioni esterne che spingono l’individuo ad avere maggiore agitazione, irritazione fino ad una vera e propria ansia sociale per i contatti dal vivo.
Lo stress è un’altra causa che incide sulla nostra salute portata dall’iperconnessione, soprattutto tra coloro che per motivi di lavoro e non solo sono spinti continuamente a controllare le proprie mail, notifiche ecc. In questa categoria rientrano, ad esempio, coloro che nemmeno in vacanza riescono a distaccarsi dal proprio smartphone con compromissione della vita privata e del benessere personale e famigliare.
Molto spesso viene travalicato il senso di responsabilità lavorativa diventando un’azione automatica, ai limiti del patologico.
Conseguenza più grave e pericolosa dell’iperconnettività è però la dipendenza vera e propria, che comporta repentini cambiamenti umorali in base al fatto che si sia collegati o meno e problemi nella sfera pubblica e privata a 360°.
Tutte queste problematiche vanno ad incidere, oltre che sull’aspetto mentale, anche su quello fisico con problemi ad esempio di vista o muscolari per la troppa tensione e attenzione accumulata.
Tre particolari tendenze associate al campo della dipendenza sono:
– Vamping, ovvero l’abitudine di stare svegli di notte per controllare social e nuovi contenuti, chattare, giocare online;
– Like addiction, la sfrenata necessità di ricevere apprezzamenti ai propri contenuti pubblicati;
– Nomofobia, il bisogno di controllare le notifiche ricevute ad ogni ora.
In Italia, dati ISTAT testimoniano come il 90% degli studenti tra gli 11 e i 17 anni navighino in internet per parecchie ore al giorno. Le più assidue utilizzatrici sono le ragazze.
Sempre nel nostro paese, in ambito lavorativo (specialmente di questi tempi con il sempre più diffuso lavoro a distanza), il diritto alla disconnessione del lavoratore dagli strumenti tecnologici di lavoro è tutelato dall’articolo 19 della legge n.81 del 2017.
La Commissione Europea inoltre, a fronte di tali problematiche, ha istituito e promosso da parecchi anni il “Safer Internet Day”,iniziativa per far riflettere i ragazzi sull’uso consapevole della tecnologia.