Si tratta di un social identico al microblog, ma che viene ospitato su server unici, anche privati, non di proprietà dello sviluppatore. Negli ultimi anni la privacy è diventata un tema centrale anche all’interno del discorso riguardo i social media e Mastodon ha registrato una crescita esponenziale di iscrizioni, oggi conta circa 4,4 milioni di utenti.
Questo social è costituito da una bacheca che mostra i contenuti in ordine cronologico (non vi è un algoritmo o un sistema di presentazione dei contenuti basati sulle esperienze di ogni iscritto), non presenta pubblicità, ha un limite di caratteri (500) ed è interamente guidato dalla sua community. Sono gli utenti che si occupano del controllo e della segnalazione di post che violano le regole di utilizzo.
Mastodon è considerato una versione decentralizzata di Twitter perché possiede vari “nodi” sparsi per il mondo e quini non si avvale di un unico flusso di notizie: i diversi post sono organizzati all’interno dei nodi che rappresentano altrettanti hub.
I fautori di Mastodon.uno. dichiarano che «se non volete un social network in cui Mark Zuckerberg, Jack Dorsey o un altro CEO miliardario determini cosa potete pubblicare e quali post possano diventare popolari, Mastodon è una buona alternativa». Riguardo la notizia dell’acquisizione di Elon Musk della quota di maggioranza di Twitter, il fondatore di Mastodon ha affermato che il suo nuovo social ha visto un ulteriore picco nelle iscrizioni.
A fine febbraio anche l’ex presidente degli Stati Uniti aveva tentato di replicare l’esperienza di Twitter con un proprio progetto, The Truth, che dopo il clamore iniziale sembra abbia perso di interesse.