Uno studio di Banca d’Italia rileva, tra le conseguenze della pandemia da Coronavirus, una riduzione senza precedenti delle ricerche di posti di lavoro, calate del 39% in marzo. Nei prossimi mesi, secondo la ricerca, si potrebbe verificare, insieme alla contrazione della domanda di lavoro, anche una forte riduzione dell’offerta di lavoro, con aggiuntivi impatti emotivi in termini di sfiducia.
L’analisi del trend di Bankitalia si basa sulle serie storiche delle ricerche fatte su Google nella categoria ”istruzione e lavoro” con parole chiave quali “offerte di lavoro”, “indeed” e “subito lavoro”. La curva dell’indice Google e il tasso di disoccupazione hanno un andamento simile nel tempo in Italia, fino al mese di marzo 2020 quando si <segnala una forte riduzione dell’attività di ricerca di lavoro>. Un crollo notevole, che non si spiega con la crescita esponenziale della navigazione in Rete a caccia di notizie sul Covid-19 legata al maggior tempo libero a disposizione degli italiani. Le ragioni sono invece collegate all’incombente recessione, destinata a impattare in modo devastante sul mercato del lavoro.
Gli autori hanno confrontato le dinamiche dell’indice di ricerche su Google degli ultimi 90 giorni per parole chiave particolarmente popolari, come YouTube o Facebook. I valori di questi indicatori, anche per marzo, sono in linea coi mesi precedenti. Se la tendenza fosse confermata, chi ha smesso di cercare lavoro andrà ad aggiungersi ai 13 milioni di italiani inattivi (dato a fine 2019) che non sono considerati come forza lavoro e non rientrano nel calcolo del tasso di disoccupazione.