Lo scorso giugno a Bruxelles è stato consegnato alla Vicepresidente della Commissione europea Jourova e al commissario per il mercato unico Breton il nuovo codice di condotta europeo contro la disinformazione, sottoscritto da trentaquattro firmatari operanti in settori diversi.
Tra i soggetti firmatari spiccano importanti Big Tech come Google, Meta, Twitter in quello che è un cambio di paradigma fondamentale per contrastare in modo efficace un fenomeno di cui il periodo pandemico ha messo in risalto gli effetti distorsivi, specialmente online.
L’impegno della Commissione era già stato evidente nel 2018 con la stesura di un primo Codice.
L’attuale codice di condotta, strumento di autoregolamentazione, ha portato ad una struttura che comprende 44 impegni e 128 misure specifiche riconducibili alle seguenti macro aree:
– Demonetizzazione: strumenti e misure per tagliare gli introiti pubblicitari a soggetti che alimentano la disinformazione online. Tra le misure concrete c’è l’impegno a non inserire avvisi pubblicitari accanto a contenuti falsi/fuorvianti e a non diffondere pubblicità contenente disinformazione;
– Trasparenza della pubblicità politica: impegno dei firmatari affinché gli utenti possano riconoscere più facilmente gli annunci politici mediante un’indicazione più esplicita;
– Garanzia dell’integrità dei servizi: si ribadisce una maggiore cooperazione tra tutti i firmatari per combattere la disinformazione, con una revisione periodica delle tecniche usate per contrastarla;
– Più strumenti di difesa contro la disinformazione a favore degli utenti;
– Più poteri ai ricercatori: maggior supporto da parte dei firmatari ai soggetti impegnati nelle attività di ricerca contro la disinformazione, che si traduce in maggiori e migliori possibilità da parte di questi ultimi di accedere ai dati delle piattaforme online;
– Potenziamento delle attività di fact-checking in tutti gli Stati membri;
– Centro Trasparenza e Task Force permanente: il primo consentirà ai cittadini di avere una visione d’insieme dell’attuazione delle misure previste dal Codice, la seconda si occuperà di mantenere aggiornato il Codice, prevedendo eventuali nuove misure o modifiche ove necessario.
Questo rappresenta il primo caso di meccanismo, a livello globale, di co-regolamentazione del fenomeno della disinformazione sulla base di un codice di condotta che impegna tutte le principali parti in causa.
Un primo passo è stato compiuto, ora a cadenza di 6 mesi la Task Force vigilerà sui progressi compiuti.
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