Si tratta di uno spazio sicuro -al netto delle incertezze dell’innovazione- perciò stimolante per sviluppatori, start-up innovative, singoli innovatori, autorità competenti, investitori e organizzazioni, individuati mediante procedure o certificazioni prestabilite, i quali possono lavorare insieme in vista del lancio sul mercato del prodotto potenziato da AI. La collaborazione nell’ambito della AI Sandbox è intuitivamente idonea a ingenerare fiducia per il rispetto della sicurezza e dei diritti umani, entrambi di primaria importanza per la Commissione UE. Essa si distingue da hubs, incubators e accellerators, cioè da sistemi di tutoraggio finanziati da istituzioni accademiche o, in generale, dal settore pubblico.
In Italia l’art. 36 comma 2 bis della legge n. 58 del 2019 delegava il Ministero delle Finanze, sentite le Autorità di vigilanza italiane, ad emanare decreti che regolassero la sperimentazione in ambito Fintech, per innovare i prodotti e servizi in ambito finanziario, creditizio, assicurativo e dei mercati regolamentati attraverso nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale.
Da un punto di vista comparatistico, si nota come numerosi Stati abbiano sentito l’esigenza di strutturare AI sandboxes a partire dal progetto della Financial Conduct Authority inglese sino a quello sostenuto dalla Monetary Authority of Singapore, ma anche Germania, Hong Kong, India Finlandia, Paesi Bassi, Danimarca, Polonia, Lituania e Malta. Anche Autorità pubbliche come il CNIL hanno implementato progetti nel 2021, come la CNIL Sandbox per i dati sanitari e la privacy by design.
Uno sguardo all’esperienza spagnola consente di mettere a fuoco i passi fatti dalla Spanish National AI Strategy in un contesto che, attraverso il Piano di ripresa, trasformazione e resilienza del Governo spagnolo, dispone di 4,3 milioni di euro di budget. Questa è la base economica sulla quale si innesta l’intelligenza artificiale in Spagna, come tratteggiata dalla Spanish National AI Strategy, finalizzata a rendere la Spagna un autentico hub scientifico di eccellenza e innovazione sul tema dell’AI e delle relative sfide economiche. Lo scopo del Governo spagnolo pare essere quello di connettere innovatori ed enti regolatori, fornendo un ambiente controllato che agevoli lo sviluppo e la validazione dei sistemi di AI innovativi, facendo attenzione al rispetto dei requisiti della proposta di Regolamento sull’AI e-ove rilevanti- di altre norme dei singoli Stati membri. Il 27 giugno 2022 il Governo spagnolo e la Commissione UE hanno organizzato un evento volto a incoronare la Spagna come guida dell’AI secondo i dettami del Progetto di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale, quando quest’ultimo pare attraversare una fase di stasi. In particolare, le osservazioni depositate dal Parlamento UE paiono generali e non particolarmente focalizzate sull’operatività concreta delle soluzioni prospettate dalla Commissione UE e dall’operatività dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite.
In qualità di guida degli altri Stati Europei verso una AI Sandbox costruttiva, la Spagna ha messo a fuoco gli obiettivi che sono di tutti gli Stati europei:
- chiarire, anche dal punto di vista tecnico operativo, i nuovi requisiti per i sistemi di AI illustrati dalla Proposta di Regolamento;
- proteggere il know-how delle società che sviluppano sistemi di AI sulla base della nuova normativa;
- incoraggiare l’innovazione digitale e attivare lo sviluppo di sistemi di AI affidabili;
- costruire competenze e iniziare l’iter delle consultazioni che guideranno la creazione di un’Autorità di Supervisione;
- testare future obbligazioni e adempimenti in un ambiente virtuale regolamentare, garantendo un apprendimento pratico per supportare lo sviluppo di standards, indicazioni e strumenti sia a livello nazionale che europeo.
Sembra particolarmente interessante, fra gli altri, l’dea di un doppio livello di sviluppo degli standards, strumenti e indicazioni, che operi sia nel singolo Stato europeo che a livello comunitario. Sempre in questo senso pare andare lo sviluppo dell’attività che compete alla Spagna, la quale lavorerà a stretto contatto con la Commissione, al fine di garantire l’implementazione dei sistemi, consentendo agli altri Stati membri il diritto di assistere oppure di partecipare attivamente. Pare legittimo ipotizzare, quindi, una pan-european AI sandbox, cioè un progetto di sandbox che muova dalla Spagna per coinvolgere tutti gli Stati europei e la Commissione, che potrà impiegare i risultati per sviluppare linee-guida comuni e standard automatizzati. La collaborazione a livello europeo sarà implementata anche da un Gruppo di esperti sull’AI e la digitalizzazione del business, come strutturato dalla Commissione UE.
Il lavoro proseguirà implementando standard armonizzati per l’AI Act e inserire in ambienti virtuali ulteriori forme di attività dell’ecosistema europeo. In particolare, la prova e la sperimentazione delle funzioni, i data-space e gli hub dell’innovazione digitale.
Il Governo Spagnolo strutturerà due distinti gruppi di discussione, i quali studieranno l’AI Sandbox. In particolare: il Gruppo 1 implementerà l’ambiente digitale normativo, il quale testerà diverse soluzioni e supervisionerà la conformità con i requisiti dell’AI. Le aziende potranno proporre ipotesi e soluzioni, per i sistemi AI, nell’ambito di una public call per progetti. E’ legittimo attendere l’evento per fine anno. Pare essere un importante strumento per valutare la conformità del lavoro delle aziende in ambito AI alla Proposta di Regolamento. Il Gruppo 2 implementerà la struttura complessiva dell’AI sandbox, ne studierà lo sviluppo sulla base del know-how acquisito relativamente ai requisiti necessari, anche sviluppando apposite linee-guida e standards. Sembra legittimo concludere, che questo prezioso lavoro confluisca nel AI Act.
I risultati di questo importante lavoro saranno condivisi in sede comunitaria solo durante la Presidenza spagnola, ossia nella seconda metà del 2023. Resta l’auspicio che tutti gli Stati membri si attivino per monitorare i progressi nell’AI Sandbox fin dai suoi primi passi.
L’articolo è stato redatto dall’avv. Helga Carlotta Zanotti, Cultrice della materia di Diritto della comunicazione per le imprese e i media presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano