Lunedì 4 ottobre 2020, è stato letteralmente un lunedì nero per Mark Zuckerberg che ha visto tutte le sue piattaforme social, Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger, in black out per più di sei ore, con la conseguente caduta di ben oltre il 5% delle sue azioni, una perdita pari a 6,1 miliardi di dollari.
La giornata era già iniziata con il piede sbagliato: la “talpa” di Facebook, Frances Haugen, ingegnere informatico, che è stata product manager di Facebook nel 2019, nella mattinata di lunedì, durante un’intervista alla rete americana Cbs, è uscita allo scoperto con l’accusa al social di mettere il profitto al di sopra della sicurezza dei propri utenti, favorendo così la diffusione di informazioni false a fini di lucro.
Durante il down milioni di utenti si sono affidati a Twitter, dove gli hashtag #whatsappdown, #instagramdown e #facebookdown sono diventati immediatamente trending topic: i tre hashtag in pochi minuti hanno generato un volume di circa 100mila tweet.
Lo stesso Zuckerberg si è dovuto affidare alla piattaforma rivale per informare i propri utenti di quello che stava accadendo, giustificando l’imprevisto come una “modifica di configurazione difettosa”, modifica che avrebbe poi generato il collasso e l’arresto dei servizi.
Sheera Frenkel, reporter del New York Times, ha riferito che per lungo tempo gli impiegati di Facebook chiamati a risolvere il problema non sono riusciti nemmeno ad accedere agli uffici perché il loro badge non funzionava, senza inoltre poter ricevere mail da indirizzi esterni.
Quella di ieri è stata una delle peggiori interruzioni di servizio dal 2008, avvenuta a partire dalle 17:30 orario italiano. E’ stata la più lunga della storia, tanto da venire denominata “Mega Down”.