In un mondo sempre più social, pubblicare le immagini altrui è diventata quasi una prassi normale alla quale le persone non prestano la dovuta attenzione.
Un argomento che periodicamente fa molto discutere è quello della pubblicazione e della diffusione sui social network di foto e video ritraenti soggetti minori da parte di nonni, zii e cugini, in assenza del consenso esplicito di entrambi i genitori.
È opportuno evidenziare che le rappresentazioni fotografiche sono considerate dal legislatore come dati privati, in quanto tali suscettibili di condivisione esclusivamente con il consenso del soggetto rappresentato, elemento essenziale in mancanza del quale potrebbe configurarsi addirittura il reato di interferenze illecite nella vita privata, punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Il motivo principale per cui non è possibile rendere pubblica una foto che ritrae una persona senza il suo consenso espresso è da ricercare nella tutela del diritto all’immagine e alla riservatezza. A questo fine non è rilevante il possesso giustificato delle immagini, e nemmeno un eventuale grado di parentela con l’interessato.
Questo meccanismo di tutela è ancora più stringente quando le foto ritraggono dei soggetti minorenni, i quali non possono giuridicamente esprimere il proprio consenso al trattamento dei dati personali, che quindi ricade completamente sui genitori o sui tutori. E nel caso in cui questo diritto non venga rispettato, si può incorrere nel pagamento di un risarcimento per il diritto leso, oltre ovviamente alla rimozione del contenuto reso pubblico.
Ciò significa che se colui che intende pubblicare una foto ritraente il proprio nipotino o comunque un soggetto minore d’età ha ottenuto il consenso soltanto del padre o della madre dello stesso, non potrà pubblicare l’immagine e corre comunque il rischio di incorrere in conseguenze importanti.