E’ appena uscito un volume dal titolo ‘Armata Sapientia’. Scritti in onore di Francesco Paolo Casavola in occasione dei suoi novant’anni, Editoriale Scientifica, Napoli, 2020, 998 pp.
Come si sa, Francesco Paolo Casavola, uno dei maggiori uomini di cultura del nostro tempo, è stato Presidente della Corte Costituzionale, Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana-Treccani, Presidente del Comitato nazionale di bioetica e , cosa particolarmente rilevante in questa sede, Garante per l’editoria e la radiodiffusione (1996-1998).
Il libro consiste in una raccolta di contributi rientrante nella migliore tradizione accademica degli studi in onore, che in questo caso provengono non solo da studiosi di diritto romano (la disciplina che Casavola ha insegnato per tanti anni all’Università), ma anche da giuristi con altre specializzazioni, da bioeticisti, da storici, da letterati… insomma, un vero parterre de roi, quale era lecito attendersi al fine di celebrare una personalità simile.
Curatore dell’opera è Lorenzo Franchini, che come Ruben Razzante proviene dalla Cattolica di Milano (dove ebbe il “Premio Gemelli” per la miglior laurea), e che è oggi Professore all’Università Europea di Roma. Di lui, allievo di Casavola, e già suo collaboratore in contesti, anche di carattere istituzionale, diversi da quello accademico, si pubblica qui la Prefazione agli Scritti in onore.
Professor Francesco Paolo Casavola
Professor Lorenzo Franchini
Premessa
Il presente volume reca il titolo di ‘Armata Sapientia’, riprendendo l’espressione di Gianvincenzo Gravina utilizzata da Paolo De Angelis per intitolare il suo contributo a questi Scritti. Essa sta a significare – come ricorda a sua volta Renato Balduzzi in apertura del suo saggio – la felice sintesi di riflessione ed azione, di militanza coerente coi propri valori e di garbata signorilità dei metodi all’uopo adottati, che hanno sempre contrassegnato l’esperienza di Francesco Paolo Casavola, qui onorato in occasione dei suoi novant’anni.
Come curatore esclusivo dell’opera si è voluto designare indegnamente il sottoscritto. Ciò, benché io sia, in tutti i sensi, l’‘ultimo’ tra gli allievi, i collaboratori del prof. Casavola. L’ultimo, sicuramente, in ordine cronologico, ed anzi l’‘unico’ che egli abbia acquisito in epoca ‘successiva’ al suo novennale incarico alla Corte Costituzionale, conclusosi nel 1995.
Si tratta di un privilegio che eccede i miei meriti; ma devo anche ammettere che la nostra comune esperienza di questi ultimi venticinque anni è stata indubbiamente frequente ed intensa, rilevando essa sia sotto il profilo scientifico-romanistico sia sotto il profilo generalmente culturale, ed istituzionale, dato che il Professore non più giudice costituzionale ha poi assolto – lo ricordo -rispettivamente alle funzioni di Garante per l’Editoria, di Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana-Treccani, di Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Per la verità la prima volta io lo incontrai quand’ero ancora studente, nel dicembre del 1992. Allora mi occupavo del gruppo giovanile dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, ed è proprio al convegno annuale di quest’associazione, a Roma, che ebbi modo di ascoltare una delle sue tante ariose, mirabili relazioni. Ne rimasi affascinato. Ma non potevo immaginare, neppure nelle mie più ottimistiche previsioni, che, qualche tempo dopo, egli mi avrebbe attratto a sé per aiutarlo nello svolgimento del suo primo incarico romanistico dell’età post-Corte costituzionale, all’Università L.U.M.S.A. di Roma[1]. Io mi ero laureato da poco alla Cattolica di Milano e, nonostante la frequentazione del Dottorato padovano coordinato dal prof. Burdese[2], accademicamente ero nato in seno alla scuola giusromanistica fondata a suo tempo da Gabrio Lombardi, cui il prof. Casavola era stato, come si sa, molto legato, e con i cui allievi, diretti od indiretti, io avrei continuato sempre a lavorare: cito, per il nord, il prof. Luraschi, il prof. Negri, il prof. Bona (il quale, ‘messo a suo tempo in cattedra da Casavola’, come egli amava ricordare, mi aveva scientificamente avviato allo studio del ius pontificium)[3]; cito, per Roma, il prof. Falchi ed il prof. Valditara[4].
Il mio rapporto sorge quindi, come si è detto, col Casavola romanista e col Casavola romanista eminentemente si svolge. Ma la collaborazione con lui, da subito frequente, si fa addirittura costante, quotidiana dal momento in cui egli, nel 1999, mi chiama ad assisterlo alla Presidenza dell’Enciclopedia Treccani, alla quale alcuni mesi prima il Presidente della Repubblica lo aveva nominato. Devo trasferirmi definitivamente a Roma, consapevole del grande, ed immeritato, onore che il Professore così mi faceva, ma anche un po’ preoccupato dal rischio di trascurare, almeno in parte, gli interessi romanistici. ‘Lo attenueremo il più possibile’, mi rispose il Presidente, e così fu, grazie a lui.
Ricordo di interi pomeriggi trascorsi in Treccani a parlare di diritto romano. Ricordo in particolare di quando, dopo la morte di Bona, il Professore si mostrò generosamente disponibile a riprendere in mano i miei ‘lavori in corso’. Trattavano, in fin dei conti, di temi a lui da tempo cari: basti rammentare la celebre diade casavoliana sacra privata-familiaria / sacra publica-popularia[5]. E si deve al prof. Casavola se proprio lo studio di quest’ultimi ebbe in me il sopravvento, accompagnato però da una sapiente correzione di rotta: ovvero l’inquadramento delle mie ricerche sul ius pontificium nel più generale contesto inerente allo stato delle relazioni politiche, sociali e culturali della Roma di fine III-inizio II secolo a.C., coll’attingere all’esperienza di autori come Münzer[6], Scullard[7], Cassola[8]. Ricordo anche del tempo che il Presidente, pur preso da gravosi impegni d’altro genere, riusciva ancora a dedicare agli studi romanistici.
E’ arduo tentare una sintesi dei suoi numerosi contributi, scritti sui più svariati argomenti, risalenti agli ultimi cinque lustri: in parte essi sono stati ricompresi nella raccolta di Sententia legum[9]; in parte, assai più cospicua, in quella di Hominum causa[10]; alcuni ancor più recenti in nessuna delle due.
Mi sia concesso di addurre, qui, solo qualche esempio, scelto tra quelli in rapporto ai quali più proficuamente si è svolta la dialettica Maestro-allievo (a beneficio, s’intende, di quest’ultimo).
Sul Casavola Maestro di metodo cito per esempio l’agile studio monografico Dal diritto romano al diritto europeo[11] (che, per la discussione dell’apparato critico, reca persino – bontà sua – traccia testuale della mia collaborazione[12]), nel quale, in ordine a problemi oggi molto dibattuti da tutti noi, il Presidente prende autorevolmente posizione, rivolgendo un appello affinché la riflessione sui fondamenti romanistici del diritto continentale non si risolva nell’«ennesima metempsicosiì»[13] del diritto romano, e si apra invece a più ampie e significative prospettive di portata costituzionale.
Sul Casavola Maestro di merito (storico) cito per esempio Lo spazio nell’esperienza giuridica del mondo antico[14], affresco al contempo avvolgente e penetrante su un tema saliente di storia dell’antichità, qual è la nozione dello spazio, indagata a partire dal dato fisico (terra), e via via – per il tramite della concettualizzazione (e, starei per dire, della spiritualizzazione) giuridica – fino alla simbologia dell’appartenenza, alla simbologia della spaziatura, ai confini, entro i quali comandanti militari o imperatori filosofi vagano e fuori dai quali si può, d’altra parte, scontare l’esilio. Ma su un tema affine si rammenti anche Dall’ecumene stoica all’ecumene imperiale[15], e d’altronde il breve, ma denso, contributo sul tempo (Il tempo del diritto, pubblicato, nello stesso anno 2004, in Studium[16] e poi in Diritto@Storia[17], rivista ‘on line’ del prof. Sini), ove, in apertura, Casavola formula un rilievo destinato a rivelarsi di importanza cruciale per la prosecuzione dei miei studi: ossia quello della valenza propriamente ‘rituale’ del tempo scandito, al pari dei certa verba e dei certa gesta, per solito ritenuti i soli elementi essenziali delle antiche actiones (intendendosi, quest’ultimo termine, nel suo significato non soltanto processuale[18]).
Eguali stimoli, nel merito, mi vennero forniti dall’elaborazione, da parte del Maestro, di scritti di altrettanta ariosità, ma vertenti su argomenti di tutt’altro genere: difficilmente, ad esempio, mi sarei avventurato nell’indagine relativa allo statuto giuridico delle ecclesiae cristiane[19], in età precostantiniana, senza la conoscenza del suo Il secondo secolo tra due quinte ‘A Roma’ di Elio Aristide e l’epistola ‘A Diogneto’[20]. Ancor più recente, e perciò non inserito in alcuna delle raccolte succitate, è poi il saggio Che cosa è, che cosa sarà il diritto romano[21], in cui la lungimirante riflessione di Casavola – secondo la quale il successo storico di molte esperienze giuridiche, compresa quella odierna e, forse, del prossimo futuro, dipenderebbe dal suo saldo ancorarsi a fondamenti ‘autorevoli’, anziché legalistici ed autoritativi – sembra attingere agli studi svolti sulla recezione ‘privata’ delle norme da autori come Filippo Gallo o, addirittura, il sottoscritto[22].
Altri scritti di questi ultimi venticinque anni – come per esempio In ricordo di Scevola Mariotti[23] o Giorgio La Pira, romanista, costituente, sindaco[24] o ancora Ritratto di Contardo Ferrini[25] – appartengono ad un genere caro al Casavola del periodo[26], e chiaramente si collocano per così dire a metà strada tra la produzione universitaria e quella ‘treccaniana’: nella stagione dell’Enciclopedia, alla quale dette non a caso impulso ai lavori del Dizionario biografico degli italiani, il Presidente mette a frutto tutto il suo talento di storico, o intellettuale, ‘generalista’.
Se mi è consentito esprimere ancora il senso del mio ammirato θαυμάζειν verso la sapienza del Maestro, debbo dire che ne trovai impressionante la versatilità culturale, ossia la totale facilità con cui, in seno ad un istituto enciclopedico, egli passava da una disciplina all’altra, firmando autorevolmente le prefazioni alle più diverse opere (degna di memoria è per esempio quella alla Storia della Scienza[27], che fu presentata all’Accademia dei Lincei) o introducendo, in maniera sempre brillante, i numerosi convegni organizzati in Sala Igea (altrettanto memorabile, in proposito, è per esempio il discorso Dalle biografie individuali all’identità nazionale[28] pronunciato da Casavola nel novembre del 2000, in occasione della presentazione fatta al Presidente Ciampi dell’unica opera che autenticamente abbia il valore di una biografia nazionale, ossia il già citato Dizionario biografico).
Bisogna peraltro rilevare che l’ambiente dell’Enciclopedia era tra i più impegnativi su cui si potesse essere incaricati di sovrintendere. Lì si svolgeva una triplice dialettica: quella scientifica, tra i rappresentanti delle varie discipline e delle varie tendenze culturali, o politico-culturali; quella politico-istituzionale, perché si tratta pur sempre della sola istituzione culturale che faccia direttamente riferimento alla Presidenza della Repubblica; quella economica, perché l’Enciclopedia Italiana era nel frattempo diventata anche una s.p.a., governata da super-manager spesso indifferenti a quelle che il mondo della cultura rappresentava come delle ‘priorità’, avendone anzi essi – a torto o a ragione – di proprie. Tale triplice dialettica si faceva sovente molto accesa. Ma non si ha ricordo di un solo frangente in cui il prof. Casavola, durante tutta quella decennale esperienza[29], non fornisse il suo apporto autorevole, spesso definitivamente rasserenante, ispirato a principi di alto e saggio equilibrio, si trovasse egli a presiedere il Consiglio scientifico (composto, fra gli altri, da Premi Nobel, Accademici dei Lincei, ex-Presidenti della Repubblica) o il Consiglio di amministrazione. Io, per parte mia, ‘vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro’, cercavo di fornirgli il mio aiuto, al vertice sia dell’Enciclopedia sia dell’A.I.C.I. (Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane), di cui Casavola assunse la Presidenza per il triennio 2000-2003. Ed intanto redigevo le voci romanistiche del Dizionario biografico[30] e della nuova Enciclopedia generale[31], oltre a rinfocolare un’antica passione: quella per il pensiero di Giovanni Gentile, fondatore della Treccani, e di Emilio Betti, cercando, in particolare, di conciliare certi spunti tratti dall’idealismo del primo, concepiti in chiave attuale, con il messaggio cristiano, così come anche il Professore mi aveva consigliato di fare. Ne uscirono dei saggetti[32] che tuttavia, una volta pubblicati, non mi facevano dormire la notte: io cattolico, infatti, avevo il timore di essere caduto nell’eterodossia. Il Presidente mi diceva di non preoccuparmi; ma per tranquillizzarmi pienamente occorse, di lì a poco, l’Osservatore romano, con un articolo di terza pagina[33].
La collaborazione col prof. Casavola è proseguita anche una volta concluso l’impegno all’Enciclopedia, durante questi ultimi dieci anni, sia in imprese romanistiche, sia in altro (solo a titolo di esempio, nell’attività di coordinamento dei lavori diretti alla pubblicazione dei Diari di Amintore Fanfani).
Naturalmente, con questi scritti, consacrati ai novant’anni del Presidente, s’intende celebrare l’intera sua esperienza, e non soltanto quella di cui io, per le ragioni illustrate, ho preferito ripercorrere le tappe. Al Casavola degli anni antecedenti alla Corte Costituzionale, e del novennio di questa, ben più autorevoli sodali ed allievi hanno dedicato pagine importanti e dalla considerevole valenza ricostruttiva: per tutti, vorrei citare la laudatio di Lucio De Giovanni che figura in apertura di Hominum causa[34].
Certo, vi furono in passato fasi in cui gli interessi dell’onorato vertevano in prevalenza sul diritto romano; ma, praticamente mai, in modo esclusivo. Risulta quindi comprensibile che a promuovere la presente iniziativa non siano stati solo dei romanisti, o dei giuristi, ma anche personalità del mondo della cultura, generalmente intesa, e delle istituzioni. Non spetta a me, che come curatore dell’opera sono stato indicato dal Comitato Promotore, rendere ragione della composizione di questo. Da parte mia, sia sufficiente aggiungere che i romanisti che vi figurano sono tutti o coetanei o allievi del Professore o esponenti di Scuole e sedi universitarie alle quali egli sia stato legato, o comunque studiosi che rivestano od abbiano rivestito incarichi istituzionali. Specie quest’ultima considerazione vale anche, in linea di principio, per gli altri membri del Comitato. Gli autori dei singoli contributi, invitati dal Comitato promotore, sono stati scelti, per lo più, in considerazione dei rapporti di amicizia, pubblica o privata, che li legano all’onorato.
Il mio più sincero ringraziamento va a tutti costoro, ma non posso fare a meno di citare chi, nella sostanza, più di ogni altro mi ha sostenuto nella concretizzazione del progetto: ossia il prof. Lucrezi, del quale è noto il particolare sodalizio di scienza ed affetto consolidatosi col Presidente.
Così come mi corre l’obbligo di ringraziare lo staff redazionale di valenti giovani che mi hanno coadiuvato nella raccolta degli Scritti: Maria Teresa Amabile, Dario Annunziata, Giovanbattista Greco, Pierluigi Romanello[35].
[1] Istituzioni di diritto romano, anno accademico 1995-1996.
[2] A Burdese, pressoché coetaneo di Casavola, egli si sentì sempre umanamente vicino. Alla memoria del Maestro padovano colgo io stesso l’occasione per rivolgere un commosso, grato pensiero. Non a caso il prof. Garofalo è oggi uno dei promotori di quest’opera.
[3] Riguardo alla Cattolica di Milano, non posso non menzionare gli odierni colleghi ed amici Ernesto Bianchi e Lauretta Maganzani, ai quali devo molto, sul piano scientifico-accademico. Rivelo anzi che Lauretta Maganzani mi ha, fin dall’inizio, privatamente incoraggiato, in modo quasi decisivo, nell’insistere a propugnare l’iniziativa di questi Scritti in onore di Casavola, grande intellettuale cattolico, da sempre dunque in sintonia con la missione di un’Università come quella del Sacro Cuore.
[4] Sono oltremodo grato a quest’ultimo, che ha a lungo insegnato nell’Università dove sono attualmente incardinato, la Europea di Roma, della cui facoltà di Giurisprudenza è stato anche il Coordinatore. Colà entrai in rapporti di collaborazione anche con il prof. Antonio Palma, del quale è noto il pregresso, significativo rapporto col prof. Casavola, per vie napoletane: il cerchio dunque, sotto questo profilo, si chiude.
[5] F. Casavola, Studi sulle azioni popolari romane. Le ‘actiones populares’, Napoli, 1958, 15.
[6] F. Münzer, Römische Adelsparteien und Adelsfamilien, Stuttgart, 1920.
[7] H.H. Scullard, Roman Politics 220-150 B.C., Oxford, 1951.
[8] F. Cassola, I gruppi politici romani nel III secolo a. C., Trieste, 1962. Se mi è consentito precisarlo, i miei scritti che più risentono di questa impostazione – diretta a dimostrare come l’attività interpretativa della giurisprudenza pontificale fosse spesso influenzata dall’intento di salvaguardare interessi d’altro genere, di natura politica e, persino, economica – sono l’articolo A proposito del ‘votum ex incerta pecunia’ del 200 a.C., in AG, CXXXIII, 2001, 159 ss., e le due monografie Voti di guerra e regime pontificale della condizione, Milano, 2006, e Aspetti giuridici del pontificato romano. L’età di P. Licinio Crasso (212-183 a.C.), Napoli, 2008.
[9] F.P. Casavola, ‘Sententia legum’ tra mondo antico e moderno, I. Diritto romano, Napoli, 2000.
[10] F.P. Casavola,‘Hominum causa’. Scritti antichistici (2000-2016), a cura di F. Lucrezi e L. Minieri, Madrid-Barcelona-Buenos Aires-São Paulo, 2016.
[11] Napoli, 2006.
[12] V. nt. 15, alle pp. 35-43.
[13] V. ancora p. 20 della stessa opera.
[14] Pubblicato in ‘Munera parva’. Studi in onore di B. Ulianich, Napoli, 1999, 211 ss.
[15] Pubblicato in Index, XXXII, 2004, 423 ss.
[16] Studium, C,4-5, 2004, 687 ss. (doppio volume tematico, dedicato a Il Tempo).
[17] Diritto@Storia, IV, 2005. Davvero degna di nota la collaborazione instauratasi con la rivista diretta dallo studioso sassarese, anche a mezzo di interventi ulteriori.
[18] All’espressione ‘actio’ deve infatti attribuirsi, per l’età arcaica, il mero significato di ‘rito formalizzato’, da ritenersi comprensivo, dunque, anche di atti che noi tradizionalmente classifichiamo come negoziali; ciò che hanno opportunamente evidenziato alcuni autori, di cui si richiama qui, in particolare, R. Santoro, Potere ed azione nell’antico diritto romano, in AUPA, XXX, 1967, 103 ss., specialmente 287 ss., 290 ss. (ove compare un elenco di actiones non contenziose); Id., ‘Actio’ in diritto antico, in Poteri, ‘negotia’, ‘actiones’ (Atti Copanello 1982), Napoli, 1984, 201 ss.; Id., Il tempo ed il luogo dell’’actio’ prima della sua riduzione a strumento processuale, in AUPA, XLI, 1991, 281 ss., al quale anche rinvio per un’attenta disamina delle fonti su cui edifica quest’assunto.
[19] Si veda il mio Chiese cristiane e crimini associativi nell’epoca delle persecuzioni, in AG, CLI, 2019, 565 ss.
[20] Pubblicato in Scritti in onore di L. Lombardi Vallauri, Milano, 2016, 227 ss.
[21] Pubblicato in AG, CLI, 2019, 467 ss.
[22] D’altronde è proprio Filippo Gallo (da poco scomparso, dopo aver aderito al Comitato promotore di quest’opera: a Lui va la memoria devota e grata di tutti noi) che il prof. Casavola richiamava, come principale referente per questo tipo di ricerche, nel commento esteso sulle ‘alette’ della mia ultima monografia La recezione nel ‘ius civile’ dei ‘iudicia bonae fidei’. Questioni di metodo e di merito, Napoli, 2015.
[23] Pubblicato in Eikasmòs, XI, 2000, 359 ss.
[24] Originariamente pubblicato in Nuovi studi politici, II ser., XXXI.3, 2001, 29 ss., e poi variamente ripreso ed ampliato.
[25] Pubblicato in Contardo Ferrini nel I centenario della morte, a cura di D. Mantovani, Milano, 2003, 3 ss
[26] Genere biografico, o ‘ritrattistico’, sicché non è un caso che alcuni di essi figurino in una raccolta diversa da Sententia legum e da Humanitas, ossia F.P. Casavola, Ritratti italiani. Individualità e civiltà nazionale tra XVIII e XXI secolo, Napoli, 2010, 171 ss.
[27] Storia della Scienza, I, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2001, IX ss.
[28] Ora pubblicato in F.P. Casavola, Ritratti, cit., 19 ss.
[29] Più esattamente, il prof. Casavola fu nominato Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana – Treccani per un quinquennio (1998-2003), confermato per il quinquennio successivo (2003-2008), con proroga di un ulteriore anno (2008-2009).
[30] V. qui in particolare la voce Maschi, Carlo Alberto, in Dizionario biografico degli italiani, LXXI, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2008, 560 ss.
[31] Pubblicata come Enciclopedia Treccani, X voll., Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2010.
[32] V. soprattutto Per uno spiritualismo nuovo, in Studium, XCVIII,1, 2002, 51 ss.; cfr. ‘Conoscere è ricordare’, in Studium, CIV,4, 2008, 509 ss.
[33] V. A. Marchesi, La prospettiva di un nuovo ‘umanesimo integrale’, in L’Osservatore romano, 27 aprile 2002, 3.
[34] Pp. 11-15.
[35] Ai quali si sono talora aggiunti Giuseppe Di Donato e Stefano Marcucci.