Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti dei Corecom regionali attraverso interviste individuali su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e del sistema dei media.
Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente del Corecom Toscana, Marco Meacci.
- Quando si chiede ai giovani cosa potrebbe rendere più sicura la loro vita online, la risposta è “essere correttamente informati sui rischi e su come prevenirli”. Come il progetto di formazione “Patentino digitale” e, al suo interno, il “Patentino Day” contribuiscono a rispondere a questa esigenza?
Il progetto del “Patentino digitale” nasce proprio come tentativo di rispondere alla richiesta di informazione e formazione sulle opportunità e sui rischi derivanti dalla navigazione online e sui social da parte delle nuove generazioni. Il web e i social sono luoghi che tutti noi frequentiamo ogni giorno, spesso per molte ore, entrando in contatto con persone, notizie, conoscenze, dati. Navighiamo in rete “a vista”, senza che nessuno ci abbia spiegato le regole, i rischi, le conseguenze dei nostri comportamenti. Un po’ come guidare senza avere la patente. Non che la patente ci protegga di per sé dai possibili rischi che troviamo sulle strade, ma certifica che per guidare abbiamo avuto una formazione, pur breve e limitata, per acquisire un bagaglio minimo di conoscenze utili a muoverci con consapevolezza. Il Patentino digitale, allo stesso modo, ha l’ambizioso obiettivo di fornire agli adolescenti che si affacciano al mondo del web e dei social, e parallelamente agli insegnanti, un percorso formativo essenziale su alcune delle competenze necessarie a navigare con consapevolezza e responsabilità. Realizzato in collaborazione con Regione Toscana, Istituto degli Innocenti, Polizia Postale e Ufficio scolastico regionale, il Patentino digitale prevede un percorso formativo di 10 ore in formazione a distanza (FAD), mirato a fornire un bagaglio di competenze digitali necessarie a navigare in rete e nei social network con consapevolezza e responsabilità. Al termine del percorso, che coinvolge oltre alla scuola anche le famiglie, viene rilasciato agli studenti un “patentino digitale”, segno tangibile di una maggiore consapevolezza acquisita. Il Patentino digitale è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado perché essi rappresentano la fascia d’età nella quale la navigazione in rete diventa più autonoma e lontana dal controllo dei genitori.
- Secondo il Corecom, quali sono gli elementi che non possono mancare nei progetti di educazione digitale per non mettere in luce solo le opportunità positive del mondo online, ma anche le competenze e la consapevolezza necessarie per affrontare in modo proattivo i rischi? In questo contesto, che ruolo gioca l’AI?
L’educazione digitale dovrebbe a pieno titolo entrare nei curricula scolastici della scuola dell’obbligo, poiché i linguaggi e i dispositivi digitali sono parte fondamentale della vita quotidiana di tutti noi. In mancanza di questa opportunità, nei progetti di educazione digitale gli elementi che a nostro avviso non possono mancare fanno riferimento alle seguenti aree di competenze:
- saper comunicare e dialogare in rete (Informarsi, raccontarsi e dialogare online);
- identità digitale e privacy;
- rischi delle interazioni online (grooming, sexting, dipendenze da relazioni virtuali, cyberbullismo);
- responsabilità e reati informatici;
- giochi e acquisti online;
- sicurezza digitale (virus e malware, phishing e truffe online).
A partire dall’anno scolastico 2024/2025 inseriremo tra le aree di competenza anche un modulo relativo all’Intelligenza Artificiale e ai potenziali rischi derivanti da una sua (inevitabile) diffusione.
- Da dove nasce l’idea dell’iniziativa “Toscana in spot 2023. (In)dipendenze digitali”? Davanti all’iper connessione, causata anche dalla nuova quotidianità impostaci dalla pandemia, come possiamo far capire ai giovani i rischi connessi al sovra-utilizzo dei social network?
L’idea del premio “Toscana in spot 2023. (In)dipendenze digitali” nasce dall’urgenza di diffondere presso i pubblici più giovani (ma non solo) campagne di comunicazione e sensibilizzazione ad un uso consapevole e moderato dei device digitali. Attraverso la premiazione di tre spot originali prodotti dai videomaker della Toscana, abbiamo voluto incentivare la riflessione e la creazione di brevi filmati su un tema così cruciale e diffuso come l’iperconnessione e le dipendenze digitali. Parlare ai giovani attraverso spot di massimo 60 secondi è un modo per cercare di raggiungere il target adottando il loro stesso linguaggio, con la speranza che questi video diventino, col tempo, virali.
- Quali misure specifiche dovrebbero adottare i principali colossi del web per garantire il rispetto dei diritti degli utenti e proteggere in modo efficace i giovani dagli impatti negativi?
Un recente rapporto della Cisco (Cisco 2023 Consumer Privacy Survey) ci dice che in realtà i giovani sono la fascia di popolazione più attenta, consapevole e proattiva alla protezione dei propri dati personali. Da parte loro, i colossi del web dovranno necessariamente adottare strategie di difesa dei diritti consumatori online se vorranno mantenerli e godere della loro fiducia. In particolare, a loro è richiesta sempre maggiore trasparenza sul trattamento dei dati personali e sull’operatività degli algoritmi (profilazione degli utenti, selezione delle informazioni). Resta, di fondo, la centralità della formazione, perché il principale antidoto ai rischi e agli effetti negativi derivanti dalla navigazione online è e sarà la crescita di consapevolezza e responsabilità dei cittadini.