In questo senso, è opportuno analizzare come avviene la costruzione di uno Stato digitale, non solo per quanto riguarda le sfumature amministrative connesse all’emersione di servizi pubblici digitali, al C.A.D. e all’identità digitale, ma anche per la sua profonda, costituzionalistica natura di ordinamento basato sull’esercizio della sovranità, da parte del popolo, in un dato ambito territoriale.
Parliamo appunto di cybersecurity ovvero di quel complesso di norme, provvedimenti e interventi elaborate al fine di intervenire per la tutela di chi opera nel mondo digitale, quindi tutti. Proprio tutti perché viviamo oramai perfettamente immersi nell’Internet Of Things (I.O.T.) dove ogni oggetto è connesso alla rete.
È quindi opportuno analizzare quali siano le dinamiche e le caratteristiche di uno Stato sovrano digitale considerando i canoni costituzionali come la nuova cittadinanza emergente modellata dalla natura della Rete e dal ruolo dei dati personali e la semi-statalizzazione delle grandi piattaforme digitali capaci di competere con gli Stati nazionali.
Devono poi essere analizzati gli elementi e gli aspetti funzionali e giuridici della sovranità digitale, come le classiche questioni di cybersecurity, le nuove forme di cyberwarfare, le dinamiche digitalizzate di lavoro e la costituzione di nuovi organismi tecnico-amministrativi, come l’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity, che siano al tempo stesso snodi di espressione della sovranità e presidi di sicurezza.
Inoltre, in considerazione dell’accresciuta esposizione alle minacce cibernetiche si è imposta nell’agenda nazionale la necessità di sviluppare, in tempi brevi, idonei e sempre più stringenti meccanismi di tutela.
(F.S)