Il crescente utilizzo su scala mondiale di Starlink ha portato la compagnia ad introdurre un limite dati mensile per regolamentare la navigazione su Internet.
Nello specifico, sono essenzialmente quattro le motivazioni che hanno spinto a questo cambiamento:
– Necessità di bilanciare domanda e offerta: la situazione è destinata a migliorare man mano che verranno messi in orbita più satelliti;
– Neutralità del traffico;
– Integrità della rete: adozione di misure per il rispetto delle leggi, per preservare l’integrità e la sicurezza della rete e prevenire o mitigarne la congestione;
– Distribuzione dei dati in base al piano di servizio.
L’annuncio è arrivato con un documento pubblico di SpaceX chiamato Fair Use policy che ha posto un limite massimo di 1TB al mese con “accesso prioritario” per il piano di servizio business 1000 e quello di mobilità “Commercial”.
Un limite veramente risicato se si considera il consumo medio di Internet giornaliero visti i tanti strumenti tecnologici a disposizione oggi.
La stretta riguarda la fascia oraria 7-23 per i clienti business e l’intero arco giornaliero per il piano di servizio di Mobilità.
All’esaurimento dei dati mensili la navigazione sarà comunque illimitata ma con una qualità della stessa di gran lunga peggiore; un pagamento di 25 centesimi ogni GB permetterà di riacquisire l’accesso prioritario.
Questa novità viene considerata da molti un primo vero passo falso di Starlink, già al centro di numerose controversie.
La lista è lunga: dalle accuse di inquinamento luminoso per l’utilizzo dei tanti satelliti, a quella di inquinamento radio fino alla paura di una diffusione di dipendenza digitale ancor maggiore di quanto sia già ora.
Partito sotto i più grandi auspici e con l’obiettivo di garantire una liberalizzazione della rete, le difficoltà incontrate dal progetto testimoniano come il percorso da compiere sia ancora lungo.