Il recente rapporto della Commissione europea rivela un dato significativo in merito alla diffusione di fake news dai social network in Italia, in particolare la rimozione da Facebook di oltre 45 mila contenuti italiani che “violavano le politiche di disinformazione dannosa per la salute o di interferenza con gli elettori nei Paesi degli stati membri dell’Ue”.
L’occasione per diffondere i dati è stata la prima pubblicazione semestrale dei rapporti delle grandi piattaforme online sull’applicazione del codice di autodisciplina contro la disinformazione, sottoscritto a giugno 2022.
Secondo il rapporto, nel primo semestre 2023 Meta ha rimosso un totale di 140.000 contenuti relativi ai 27 Stati membri da Facebook e 6.900 da Instagram. Di questi, circa 45.000 solo in Italia, seguita a distanza da Germania (22.000) e Spagna (16.000).
L’Italia è invece al secondo posto per contenuti distinti pubblicati su Facebook a cui è stata applicata un’etichetta di verifica dei fatti a seguito di una valutazione di falsità da parte del programma di fact-checking di Meta: oltre 7 milioni, contro il 7,4 milioni della Francia.
Nel complesso, spiega la Commissione, Meta “ha riferito di oltre 40 milioni di contenuti oggetto di verifica dei fatti su Facebook e 1,1 milioni su Instagram”. Google “ha indicato di aver impedito nella prima metà del 2023 che oltre 31 milioni di proventi pubblicitari arrivassero ad attori di disinformazione nell’Ue”, Youtube (di proprietà di Google) ha chiuso 410 canali di 10 blogger coinvolti in operazioni di influenza legati alla Russia.
I dati sono consultabili sulle pagine del Centro Trasparenza, in cui le piattaforme online firmatarie del nuovo Codice di buone pratiche sulla disinformazione del 2022 (Google, Meta, Microsoft, TikTok) hanno pubblicato i nuovi rapporti, dimostrando il loro impegno per ridurre la diffusione della disinformazione.
Sono tuttavia necessari ulteriori sforzi per fornire dati più mirati, completi e significativi. Se il report appena pubblicato comprende anche un capitolo dedicato alla disinformazione connessa all’Ucraina, la prossima pubblicazione, prevista per l’inizio del 2024, comprenderà un capitolo specifico sulla lotta alla disinformazione in vista delle prossime elezioni europee.
La vicepresidente della Commissione e responsabile per i Valori commenta: “La disinformazione resta uno dei maggiori rischi nello spazio democratico informativo europeo. Mentre gli europei si preparano a recarsi alle urne nel 2024, tutti gli attori devono fare la loro parte nel combattere la disinformazione online e l’interferenza straniera”.
C.L.