La necessità di norme che regolino il mondo online è un bisogno sempre più concreto, tanto da aver spinto i Paesi dell’UE a riunirsi in Consiglio il 14 ottobre per decidere sulle sorti del Chat Control. Con il fiato sospeso si è attesa una risposta, ma quella ricevuta non è stata delle migliori. La Commissione europea aveva introdotto la proposta nel 2022 su iniziativa di Ylva Johansson, con l’obiettivo di eliminare il più possibile i contenuti pedopornografici online. Il testo proposto, però, ha suscitato fin da subito diverse critiche, poiché sembrava porsi più come uno strumento di sorveglianza: il regolamento prevede infatti il controllo generale delle chat di ogni utente, allo scopo di analizzarne i messaggi e rintracciare contenuti a sfondo sessuale su minori.
I 27 Stati non sono riusciti a raggiungere un verdetto in materia, né tantomeno un compromesso, come proposto dalla presidenza danese. Quest’ultima, data l’indecisione sul Chat Control, aveva avanzato l’idea di un controllo parziale, soprattutto su contenuti video e foto, proposta comunque non abbastanza convincente. Gli Stati a favore del regolamento, tra cui Spagna, Francia e Irlanda, con l’Italia indecisa, non hanno raggiunto la soglia minima necessaria per approvarlo, mentre la Germania si è mostrata categoricamente contraria.
Anche se il tema centrale verte sulla tutela dei minori da abusi, entrano in gioco molti altri elementi: il futuro dei big della comunicazione online e la privacy degli utenti. Applicazioni come WhatsApp, Messenger e Telegram dovrebbero rivedere i valori su cui hanno basato la loro “social morality”, come la certezza della riservatezza dei dati con la crittografia end to end.
Una delle ipotesi proposte per modificare il primo testo sul Chat Control è quella di introdurre sistemi di sorveglianza direttamente dagli strumenti di messaggistica, con meccanismi di verifica dell’età degli utenti e di individuazione di contenuti pericolosi.
Un ruolo fondamentale per la sorte di tale regolamento sarà ricoperto dalla Danimarca, in quanto attualmente detiene la presidenza del Consiglio europeo. Il voto è stato rimandato alla fine dell’anno e, ancora una volta, gli occhi sono puntati sullo scenario che si potrebbe verificare: da un lato si prospetta una maggiore sicurezza per i minori ma dall’altro risuona l’eco che parla di sorveglianza di massa.
J. S.
Diritto dell’informazione
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