Negli ultimi anni un numero crescente di governi ha intensificato le restrizioni contro le VPN (Reti Private Virtuali), strumenti fondamentali per garantire un accesso libero, sicuro e privato a Internet. Le VPN permettono agli utenti di aggirare la censura, proteggere le proprie comunicazioni e accedere a contenuti altrimenti bloccati o geo-limitati, e proprio per questo motivo sono spesso entrate nel mirino di quei regimi che vogliono limitare la libertà d’espressione e il pluralismo dell’informazione.
Un caso emblematico è quello del Jammu e Kashmir, dove nel 2024 il governo indiano ha vietato l’uso delle VPN per due mesi consecutivi, con arresti e repressioni nei confronti di chi cercava di connettersi tramite esse. Il divieto si è inserito in un più ampio contesto di controllo, che ha incluso la limitazione dei social media e il blocco selettivo di contenuti.
Questa tendenza sembrerebbe essere più globale di quanto immaginiamo: secondo il rapporto Tunnel Vision almeno 21 paesi hanno bloccato o limitato l’uso delle VPN, spesso in concomitanza di proteste, elezioni o crisi politiche. In Myanmar, dopo il colpo di Stato del 2021, le autorità militari hanno introdotto un sistema di censura progressivo, culminato nel 2024 nel blocco sistematico delle VPN. In Russia, lo Stato ha rimosso le app VPN dagli store ufficiali, ha vietato quelle non approvate e ha spinto verso soluzioni controllate dal governo.
Non sono immuni neanche le democrazie occidentali: In Italia, con il sistema Piracy Shield, le VPN vengono utilizzate per bloccare in pochi minuti i così detti “siti pirata”, operazione però che rischia di compromettere anche i contenuti legittimi.
Nonostante queste pressioni, emergono di continuo risposte creative e resistenti. Nuovi strumenti decentralizzati, come VPN Generator o l’integrazione delle VPN con browser come Firefox, offrono soluzioni per aggirare i blocchi.
In un mondo dove l’informazione rappresenta potere e in cui tutelare la libertà di connessione equivale a proteggere la democrazia, è sempre più essenziale che i governi democratici difendano l’uso delle VPN come strumento chiave per la libertà digitale.
S.B.