Andrew Vasko Chief Transformation Officer di Sella Group sostiene che l’innovazione della banca non è un problema prettamente tecnologico, bensì di creazione di una cultura digitale solida perché la trasformazione digitale riguarda soprattutto il modo in cui le persone pensano e agiscono.
Al Forum Banca 2022 Vasko ha spiegato il concetto con un esempio: “Chi cinque anni fa voleva rilasciare un prodotto impiegava cinque anni a farlo; tre anni fa impiegava sei mesi, adesso dobbiamo rilasciare nuovi prodotti o soluzioni ogni tre mesi. Quindi il problema non riguarda la tecnologia che c’è, ma il modo in cui operiamo, la nostra cultura. È un modo completamente differente di vedere come il nostro lavoro”.
Occorre comprendere prima di tutto il rapporto fra società e finanza per poter poi compiere le scelte giuste e garantire infine un equilibrio tra tecnologia disponibile e capacità di utilizzo. Vasko ha fatto notare che per quanto riguarda l’Italia vi è un alto grado di cultura, ma sulle risorse finanziarie “si fa ancora molto affidamento sulle famiglie”.
I leader finanziari e informatici devono collaborare attorno a tre principali aree di trasformazione: sfruttare i dati finanziari e non per migliorare le decisioni, utilizzare la tecnologia finanziaria per fornire un migliore allineamento organizzativo, fornire a dipendenti e team gli strumenti e le competenze per poter collaborare e innovare.
Il Digital Onboarding è il processo che consente a un lead/prospect di diventare un cliente, ovvero di sottoscrivere vari prodotti e servizi bancari, non esclusivamente conti correnti.
La fase di identificazione del cliente rappresenta uno degli step più critici sia a livello di user experience che di implicazioni per la banca in termini di efficienza operativa e sicurezza. Per la verifica dei documenti dei clienti le banche stanno sempre più adottando soluzioni automatizzate che consentono una gestione più semplice ma efficiente di tali incombenze, facendo leva in particolare sull’interrogazione automatizzata di provider esterni e sui controlli antifrode automatici. L’Identità Digitale sta acquisendo un peso sempre maggiore come leva tecnologica per l’identificazione a distanza.
Il focus principale degli investimenti sui canali digitali prevede il miglioramento della user experience (il 61% delle banche investe sul Mobile, il 56% per Internet Banking); la vendita di servizi bancari e non; e il rafforzamento di cybersecurity.
Nel breve termine le banche puntano come fonte maggiore di ritorno dai loro investimenti la fidelizzazione dei clienti, operazioni transazionali e costumer experience. Mentre nel medio-lungo periodo guardano a ricavi da remote selling e cross-up selling.
Per rendere più efficienti i processi attivati, nasce la piattaforma Omnia BPM che prevede l’introduzione dell’Open banking, ovvero il sistema bancario di dati aperti dove le informazioni dei clienti vengono condivise (previa autorizzazione) tra gli attori finanziari. Questa strategia promuove una rivoluzione nel settore bancario.
Spesso uno sbaglio che queste banche compiono è adottare una strategia passiva all’innovazione, imitando le soluzioni dei competitors e investendo risorse per adattarle ad esigenze specifiche, senza considerare il contesto nel quale si sta agendo. Susy Vitale, Ceo di Omnia BPM (piattaforma low-code sviluppata da un team di professionisti con anni di esperienza in implementazione di software di vendor stranieri, in Italia e all’estero), spiega questo meccanismo: “L’errore che spesso si fa in questo settore è adottare soluzioni di RPA (Robotic Process Automation) pensando che possano portare a un’automazione immediata dei processi. In realtà, l’RPA consente l’automazione di piccole task, può risolvere problemi che si riscontrano con i sistemi legacy dell’azienda, ma non può essere lo strumento per una trasformazione digitale”. La trasformazione digitale, invece, richiede in primo luogo un cambiamento di cultura e di strumenti che risultano complessi e lenti.
La piattaforma Omnia BPM offre una soluzione innovativa che consente di creare applicazioni sia process-driven che data-driven. Essa, infatti, non gestisce solo i dati o solo i processi, ma li combina in un’unica soluzione semplice e veloce, offrendo agli utenti tre diversi livelli di utilizzo: piattaforma applicativa, il BPM e l’ecosistema delle smart application. Questo consente alle aziende di scegliere il livello a seconda delle necessità, intervenendo con rapidità sulle aree critiche e preservando gli investimenti fatti precedentemente. La soluzione offerta da Omnia BPM risulta flessibile anche da un punto di vista dell’erogazione perché la piattaforma può essere erogata on-premise o su cloud pubblico, privato, ibrido o sul multi-cloud. Inoltre, adotta un approccio low-code che permette di velocizzare lo sviluppo delle applicazioni e ridurre gli errori umani di scrittura del codice.